Gaza, Griffo: “Non sappiamo cosa ne è stato del Centro per la vita indipendente”
ROMA – “Del Centro per la vita indipendente di Gaza City non sappiamo assolutamente nulla, neanche se è stato colpito. Manca l’acqua, che già in situazioni normali a Gaza per il 97% è inquinata, non c’è la benzina per far funzionare gli apparecchi elettromedicali negli ospedali, non abbiamo notizie concrete sui problemi che hanno cooperanti e beneficiari, anche a livello di alimenti, visto che gli aiuti umanitari non riescono ad accedere. Io sono perfettamente d’accordo con il segretario generale dell’Onu Guterres, sono 15 o 20 anni che non si parla più della soluzione della questione palestinese. È in atto un genocidio”. È preoccupato Giampiero Griffo, presidente del Rids, l’Associazione Rete Italiana Disabilità e Sviluppo Onlus che opera all’interno della Striscia di Gaza anche attraverso un Centro per la vita indipendente nato nel 2018 per supportare le persone con disabilità che, secondo il Palestinian Center Bureau of Statistics, rappresentano il 6,9% della popolazione di Gaza.
“Israele vuole vendicarsi e le vendette non prevedono regole: la distruzione è totale – prosegue Griffo –. Per le persone con disabilità questo significa non solo il blocco totale delle cure ma anche una situazione di maggiore esposizione ai bombardamenti. Immaginatevi cosa possa voler dire per una persona in sedia a ruote dover lasciare la propria casa in pochi minuti per non finire sotto le bombe. Oggi si parla di 6.500 morti e di 17.500 feriti palestinesi, che rischiano di diventare disabili specie in mancanza di accesso alle cure”. Al momento i rappresentanti italiani del Rids non riescono ad avere informazioni da Gaza, neppure rispetto ai cooperanti palestinesi, alcuni dei quali con disabilità, che hanno contribuito alla gestione del Centro per la vita indipendente.