18 ottobre 2023 ore: 11:45
Società

Gaza, strage nell’ospedale. Le organizzazioni umanitarie “inorridite”

di Antonella Patete
Le organizzazioni umanitarie unanimi nella richiesta di una cessazione delle ostilità. Unicef: “Immagini devastanti”. Oxfam: “Bombardare un ospedale è crimine di guerra”. Msf: “È un massacro”. Guterres: “Serve tregua e accesso umanitario "immediato"
Bombardamento dell'ospedale di Gaza

ROMA – Non si è fatta attendere la reazione delle organizzazioni umanitarie alla strage dell’ospedale battista di al-Ahli a Gaza City, che ha visto la morte di oltre 500 feriti in cura o rifugiatisi tra le mura del nosocomio. Mentre si attendono ancora chiarimenti sulla dinamica e soprattutto sulle responsabilità dell’eccidio, con gli israeliani ed Hamas che si incolpano a vicenda, le organizzazioni umanitarie stigmatizzano duramente la strage e chiedono un’immediata cessazione delle ostilità

Unicef: “Gli attacchi ai civili e alle infrastrutture civili, come gli ospedali, sono inaccettabili e devono cessare subito”

“Sono inorridita dalla notizia della morte e del ferimento di bambini e donne in seguito all’attacco di ieri sera all’ospedale Al Ahli nella Striscia di Gaza – ha dichiarato questa mattina in una nota la direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell –.  Mentre i dettagli stanno ancora emergendo e i corpi vengono ancora contati, le immagini dal campo sono devastanti. Quanto successo sottolinea l’impatto mortale che la guerra in corso sta avendo sui bambini e sulle famiglie. In soli 11 giorni, centinaia di bambini hanno tragicamente perso la vita – senza contare le morti di oggi – e altre migliaia sono rimaste ferite, oltre a più di 300.000 bambini sfollati dalle loro case. Gli attacchi ai civili e alle infrastrutture civili, come gli ospedali, sono inaccettabili e devono cessare subito”. L’Unicef, inoltre, rinnova il suo appello urgente per un’immediata cessazione delle ostilità, garantendo la protezione dei bambini dalle violenze e facilitando l’accesso sicuro e tempestivo degli aiuti umanitari ai bambini che ne hanno bisogno.

Oxfam Italia: “Difficilissimo organizzare la risposta umanitaria”

 “Bombardare un ospedale è un crimine di guerra. Disumano che vengano colpite strutture già in notevole affanno per mancanza di elettricità e acqua pulita – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia ­­. L’Oxfam ricorda, inoltre, come nella quasi totale mancanza di servizi idrici, Gaza vive in queste ore una crisi sanitaria senza precedenti che rischia di provocare un’epidemia di malattie infettive mortali, come il colera. I cinque impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza e la maggior parte delle 65 stazioni di pompaggio non funzionano più. Acque quindi inquinate vengono ora scaricate in mare mentre, in alcune aree, i rifiuti solidi si accumulano nelle strade.Come se non bastasse l'acqua pulita si è praticamente esaurita e moltissimi ormai attingono a fonti sporche per approvvigionarsi. Se l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda 50-100 litri d'acqua al giorno per soddisfare le esigenze sanitarie di base a Gaza sono disponibili solo tre litri d'acqua al giorno per persona. “Siamo al punto che le ostetriche danno la loro assistenza per telefono, perché non ci sono requisiti minimi di sicurezza per assistere in presenza. Aspettiamo che si aprano vie sicure per poter intervenire appena possibile – ha detto il portavoce di Palestine Medical Relief Society, partner di Oxfam che preferisce rimanere anonimo –. In questa situazione c'è un disperato bisogno di aiuti: le persone non vengono uccise solo dai missili, ma anche dalle malattie causate dalle condizioni igieniche, dalla mancanza di cibo e acqua”. 1,8 milioni di persone a Gaza sono ora in condizioni di insicurezza alimentare, l’assenza di energia elettrica impedisce la produzione di pane o la conservazione degli alimenti. "Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza la cessazione delle violenze. – ha aggiunto Pezzati –. È necessario un cessate il fuoco ora, il rilascio immediato e incondizionato di tutti coloro che sono tenuti prigionieri dai gruppi armati a Gaza e l'apertura dei valichi di frontiera per gli aiuti”.

Ghassan Abu Sittah, medico di MSF a Gaza: “È un massacro”

In una nota diramata nella serata di ieri Medici Senza Frontiere ha trasmesso la testimonianza di Ghassan Abu Sittah, medico che lavora all’ospedale Ahli Arab Hospital a Gaza City. ““Stavamo lavorando nell’ospedale quando abbiamo sentito una forte esplosione e il soffitto è crollato in sala operatoria – ha detto il medico di Msf –. È un massacro”. Msf si è detta, inoltre, “inorridita” da questo bombardamento: “Nulla giustifica un attacco su un ospedale, dove ci sono pazienti, personale medico e persone in cerca di un luogo sicuro dove rifugiarsi. Gli ospedali non sono un target. Questo spargimento di sangue deve cessare”.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres: “Inorridito per l'uccisione di centinaia di civili”

Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres si è detto “inorridito” per l’uccisione di centinaia di civili nel bombardamento dell'Ospedale Al-Alhi, a Gaza City, dove si erano rifugiate donne, bambini e persone già costrette a lasciare le loro case a causa dell'offensiva militare e dei raid di Israele: così il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. In alcune dichiarazioni rilasciate prima di partire per la Cina, il dirigente del Palazzo di Vetro è tornato a chiedere una tregua e un accesso umanitario "immediato" in Medio Oriente. Secondo Guterres, i blitz, le prese di ostaggi e le uccisioni compiute dalle organizzazioni Hamas e Jihad islamica nel sud di Israele il 7 ottobre non giustificano la "punizione collettiva" delle comunità palestinesi di Gaza.

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