Genitori cercano casa, per garantire un futuro indipendente ai figli "speciali"
ROMA - A “Ylenia e gli amici speciali", ovvero un gruppo di genitori romani che hanno figli con disabilità diverse ma che si sono messi insieme con lo stesso traguardo da raggiungere, garantire un futuro indipendente ai propri ragazzi, manca, a questo punto, soltanto la casa da affittare. Eppure non è così scontato, non basta rispondere agli annunci.
L’associazione - che porta impresso nel nome il ricordo di Ylenia, una ragazza “bella come il sole”, con un deficit cognitivo e morta improvvisamente a 18 anni - sta cercando, ancora senza successo, un appartamento, privo di barriere architettoniche, per attuare il progetto “Mamma, il prossimo weekend vado con gli amici… e negli altri giorni lavoro cucinando”.
L’idea di “Ylenia e gli amici speciali” è organizzare tre week end al mese, dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, per provare a distaccare, gradualmente, i ragazzi dalle famiglie di origine: sullo sfondo di questa e di altre iniziative simili si staglia il problema del “dopo di noi”, cioè il futuro delle persone con disabilità, una volta prive del sostegno familiare. E’ sempre più forte la volontà da parte dei genitori di trovare soluzioni adesso, cioè “durante il noi”; ma il distacco dalla famiglia non può essere improvviso e traumatico.
“Abbiamo pensato ad una sorta di ‘palestra’ per allenare i ragazzi a vivere da soli - ci spiega Silvana Giovannini, la presidente dell’associazione -. Vorremmo coinvolgere circa 18 ragazzi con disabilità cognitiva di età compresa tra 20 e i 45 anni, per dare loro la possibilità di acquisire maggiore autonomia nella vita quotidiana, personale e sociale, in vista di un progetto di residenzialità per il ‘Dopo di Noi’. Siamo pronti a partire, il finanziamento è stato già stanziato dalla Tavola Valdese con i proventi dell'8 mille, ma non abbiamo ancora trovato l’appartamento, ci scontriamo con una situazione di timore. Deve essere un contratto transitorio, perché il progetto dura un anno e non sappiamo ora se potrà essere rinnovato”.
Poiché l’affitto e le bollette rappresentano un costo fisso, per tutti gli altri giorni l’appartamento sarà la base per un servizio di “catering solidale”, portato avanti sempre dagli stessi ragazzi e già operativo grazie alla Cooperativa “Con gli altri”: si scelgono semplici piatti legati al gusto personale, ma anche al territorio, alla stagionalità e alla sostenibilità.
Giulia, una delle ragazze con disabilità selezionate per il progetto, non vede l’ora di cominciare: “Ho trent’anni. Per me autonomia vuol dire imparare a cucinare, muovermi, andare in giro con gli amici e il fidanzato”. Al futuro Giulia dice semplicemente che non ci pensa: a quello ci stanno pensando i genitori o almeno ci provano, ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti, non solo degli “amici speciali”. (Carmela Cioffi)