Genova, “i senza dimora stranieri mai più esclusi dalle case popolari”
GENOVA – Discriminati per “mancanza di requisiti idonei”. A Genova, le persone senza dimora di provenienza extra Ue erano escluse dalla possibilità di ottenere una casa di edilizia pubblica. Il Comune chiedeva loro una documentazione molto difficile da produrre, e quella diventava quasi sempre una barriera di accesso insormontabile. Grazie all’intervento di Avvocato di strada e Asgi, oggi i loro diritti sono di nuovo garantiti.
Ma come funziona l’assegnazione delle case di edilizia pubblica? In ogni Comune c’è un apposito bando, che prevede determinati requisiti per accedere alla graduatoria: se si ottengono abbastanza punti, la casa viene assegnata. Peccato che il bando del Comune di Genova preveda, fra i diversi requisiti, che la persona che fa richiesta non possegga “diritti di proprietà o di altri diritti reali di godimento su beni immobili adeguati alle esigenze del nucleo familiare ubicati all’estero”. Il testo esplicita che “i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea devono possedere al momento della presentazione della domanda la documentazione che attesti che tutti i componenti del nucleo familiare richiedente non posseggono alloggi adeguati nel Paese di provenienza”. In poche parole, non bisogna avere proprietà all’estero, e bisogna avere la documentazione per provarlo.
“Seppur sulla carta possa apparire una richiesta semplice, e magari anche legittima, questo ultimo requisito che riguarda i cittadini non Ue equivale sotto tutti i punti di vista ad uno sbarramento in ingresso insormontabile – scrivono da Avvocato di strada –. È infatti estremamente difficile, se non impossibile, per gran parte di queste persone dimostrare tale ‘non possesso’ di proprietà nel proprio paese di origine. Parliamo di paesi, infatti, in cui spesso il sistema catastale neppure esiste. O dove magari è anche possibile ottenere una certificazione di questo tipo, ma solo a costo di lunghi e complessi iter, che richiedono forzatamente la presenza in loco di una persona che possa svolgere le pratiche. Quest’ultimo elemento solleva particolari criticità, dal momento che molte persone sono arrivate in Italia in giovanissima età, magari in fuga da guerre o carestie, e da decenni non hanno più alcun contatto con il proprio paese. Inoltre, anche laddove riuscissero ad entrare in possesso di un documento attestante la non proprietà, questo andrebbe tradotto in lingua italiana e legalizzato, attività che possono facilmente divenire lunghe, complesse e dispendiose”.
Il bando, poi, conteneva un’ulteriore contraddizione, perché per i cittadini italiani, con riferimento al medesimo requisito, era sufficiente una mera autocertificazione che attestasse il non possesso di proprietà. “A causa della certificazione mancante, e di questo subdolo ostacolo, negli ultimi anni molte persone non appartenenti all’Ue sono rimaste di default escluse dalla graduatoria per le case comunali a Genova – continuano da Avvocato di strada –. Alcuni di loro, per i quali la casa di edilizia pubblica sarebbe una incredibile svolta nella vita, si sono affidate a noi per cercare di vedere ristabiliti i propri diritti. Marocco, Brasile, Ecuador, Haiti, Gambia sono solo alcuni dei loro diversi paesi d’origine. Tra loro, c’era persino una signora che ha ottenuto da anni la cittadinanza italiana e che dunque non avrebbe dovuto avere l’onere di dimostrare il non possesso di proprietà nel paese d’origine, ma che si era vista rigettare la richiesta proprio per questo motivo”.
A giugno Avvocato di strada, in collaborazione con l’Asgi di Genova, deposita diversi ricorsi amministrativi, e a fine luglio un ricorso giudiziale contro la discriminazione nei confronti di Regione e Comune. Pochi giorni fa arriva il risultato: il Comune di Genova ha accettato di reinserire in graduatoria i cittadini extra-europei sprovvisti di quella documentazione. “Non sappiamo ancora se ai nostri assistiti verrà effettivamente assegnata una casa perché questo dipenderà da vari fattori e dai punteggi che otterranno – concludono da Avvocato di strada –. Intanto siamo felici di aver contribuito ad eliminare un ostacolo ingiusto. Averli aiutati a ristabilire un loro diritto e aver ripagato la fiducia che hanno riposto in noi resta sempre la soddisfazione più grande che possiamo ricevere”.