Gioco d'azzardo, la delusione dei comuni per la bozza del decreto fiscale
MILANO - Cerca di trovare gli aspetti positivi, ma la delusione e l'amarezza hanno il sopravvento. "Nel decreto fiscale sul gioco d'azzardo da una parte si annulla il lavoro e l'impegno dei sindaci e delle Regioni per arginare le conseguenze negative del fenomeno e dall'altro non si prevede nulla in tema di distanze dai luoghi sensibili e di orari di apertura. Deboli anche gli strumenti per tutelare i minori": Angela Fioroni è la segretaria di Legautonomie della Lombardia, associazioni di comuni che insieme a Terre di mezzo ha promosso il Manifesto dei sindaci contro il gioco d'azzardo e una legge di iniziativa popolare che ha raccolto oltre 90mila firme. "Di positivo ci sono gli articoli che riducono il numero delle slot machine, quelli sulla tracciabilità dei flussi finanziari e l’istituzione di un Osservatorio presso il Ministero della salute". Ma resta il fatto che entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto, prevista per il primo luglio, ordinanze e delibere dei Comuni e le legge regionali decadranno. "Gli aspetti problematici e critici sono rilevanti, al punto che di fatto, nonostante gli aspetti positivi, non modificano l’attuale offerta di giochi pubblici, non tutelano i minori né le fasce sociali deboli", sottolinea Angela Fioroni.
Nella bozza in circolazione in questi giorni, il decreto non sembra rispettare in pieno il compito che il Parlamento ha affidato al Governo con la legge delega. "Le norme del decreto che riguardano Regioni e Comuni contrastano con il comma 2, punto e) dell’art. 14 della delega -precisa Angela Fioroni-. Quest'ultima infatti dà al Governo precise indicazioni di prevedere 'forme vincolanti di partecipazione dei comuni' in fatto di concessione delle autorizzazioni ad aprire sale gioco o installare slot machine in un determinato territorio. E si menziona espressamente anche la questione delle distanze dai luoghi sensibili. Ma tutto questo nella bozza del decreto del Governo non c'è". (dp)