2 luglio 2013 ore: 15:41
Salute

Gioco d’azzardo, premiati tre bar che rinunciano alle slot machine

Tre caffè di Viterbo hanno vinto il premio di responsabilità sociale contro la diffusione del gioco d’azzardo per aver tolto dai loro locali le macchinette. Secondo uno studio fatto dalla provincia sono circa 2800 i giocatori dipendenti nella Tuscia
Alberto Cristofari/A3/contrasto Sala slot, gioco d'azzardo, videopoker

VITERBO - Commercianti che rinunciano ai guadagni delle slot machine. E’ successo a Viterbo, dove i gestori di tre bar hanno deciso di togliere dai loro locali le macchinette, vincendo il premio di responsabilità sociale contro la diffusione del gioco d’azzardo nel territorio della Tuscia, istituito dai gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto, dalla Provincia e dalla Asl di Viterbo. Una scelta non facile in tempi di crisi.

I proprietari del Caffè Grandori, della Caffètteria Ciccarelli e del Buffet della stazione di Porta Romana hanno ricevuto questa mattina gli attestati cartacei che saranno esposti nei loro locali per rendere riconoscibili ai cittadini le attività che hanno detto no al gioco d’azzardo. Erano presenti alla premiazione l’assessore alle Politiche sociali di Palazzo Gentili, Paolo Bianchini, il direttore del distretto sanitario di Viterbo, Antonella Proietti, la dottoressa del Sert, Anna Rita Giaccone, il sociologo della Provincia, Luca Piras e Gianfranco Fragomeni dell’associazione Polis. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di diminuire la possibilità di accesso alle macchinette.

“Sono stati gli stessi ex giocatori e i loro familiari a volere l’istituzione del premio per sensibilizzare l’opinione pubblica”, ha detto la dottoressa Anna Rita Giaccone che gestisce il gruppo di Auto-Mutuo-Aiuto. “Attualmente i giocatori che si sono rivolti alla nostra struttura sono 60. Parliamo di persone che hanno perso centinaia di migliaia di euro. Il gioco è una malattia vera e propria e come tale necessita di interventi del servizio pubblico”.

Secondo lo studio fatto dal sociologo Luca Piras le persone affette dalla sindrome del gioco d’azzardo compulsivo (GAP) nel territorio della Tuscia sono circa 2800. “I tre bar hanno deciso di non guadagnare sul dramma e la disgrazia delle persone”, ha detto Piras, “La gente deve sapere che c’è chi si oppone a questa follia delle macchinette mangiasoldi che ormai sono in ogni bar, in ogni tabaccheria, dappertutto. Siamo sicuri che tante altre attività commerciali si candideranno per ricevere questo premio”.

Per l’assessore Bianchini: “Questo premio è la dimostrazione che chi vuole dare il buon esempio c’è. La patologia del gioco d’azzardo è un costo sociale per l’intera collettività, quindi è nostro dovere premiare chi contribuisce al superamento del problema”.

Una possibile via per uscire dalla dipendenza del gioco, secondo la dottoressa Proietti, è quella di creare una rete di sostegno composta da tecnici sanitari, società civile, istituzioni, associazioni. “Si deve incidere sul cambiamento dei comportamenti, e per questo serve l’aiuto della comunità, proprio come è successo in questo caso”, ha concluso Proietti.

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