Giornata Alzheimer, in Emilia Romagna 11 mila nuove diagnosi l’anno
BOLOGNA – Superano quota 11 mila ogni anno, in Emilia-Romagna, le nuove diagnosi di demenza senile, con una stima complessiva di 74 mila persone malate. La Giornata mondiale dell’Alzheimer (la forma più frequente di demenza), in programma il 21 settembre, è un’occasione per porre all’attenzione di tutti un tema di grande sofferenza e delicatezza, fare il punto sulla rete dei servizi e sugli obiettivi del nuovo Progetto regionale demenze. In Emilia-Romagna, per tutta la settimana, ci saranno incontri e iniziative informative, organizzate dalle Aziende sanitarie con gli enti locali e le associazioni dei familiari. “Il tema delle demenze, che nella nostra regione interessa circa 74 mila persone, e oltre 100 mila se si considerano anche i familiari che se ne prendono cura, è uno degli ambiti nel quale sviluppare ancora di più l’integrazione socio-sanitaria – ricorda l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi –, come prevede il nuovo Progetto regionale demenze. L’obiettivo è consolidare la rete, diffondere le buone pratiche e assicurare la migliore qualità della vita possibile: ai malati e ai familiari”.
Nel 2015 sono state 11.416 le persone a cui è stata diagnosticata una forma di demenza senile (erano 11.513 nel 2014). Per altre 5.133 sono emerse condizioni di rischio, che non sono necessariamente destinate a evolvere in demenza. Sono in costante aumento le prime visite specialistiche: 23.090 nel 2015 (+8 per cento rispetto al 2014), 14.500 le consulenze specialistiche (psicologiche, assistenziali, legali, ambientali) rivolte a familiari delle persone colpite, le terapie farmacologiche hanno riguardato 12.140 persone (2.281 in più rispetto al 2014). Sono 61 i Centri per i disturbi cognitivi e demenze delle Aziende sanitarie regionali, presenti in tutti i 38 distretti sanitari. Nel 2014 sono state organizzate 16 iniziative formative che hanno coinvolto 738 medici di famiglia. Complessivamente sono state 67 le attività formative in tutta la regione, cui hanno partecipato 1.938 operatori. Sono 55 i Caffè Alzheimer, frequentati da circa 2.200 persone all’anno, che offrono stimoli cognitivi e occasioni di socializzazione, 356 le iniziative formative e informative che hanno coinvolto 5.800 familiari. Sono 52 i gruppi di sostegno e auto-aiuto attivi in regione.
Una maggiore integrazione tra i servizi e tra i professionisti per dare omogeneità agli interventi su tutto il territorio. È quanto prevede il nuovo Progetto regionale demenze. Il ruolo chiave è quello del medico di famiglia, primo riferimento per riconoscere i primi segnali della malattia e intercettare le situazioni a rischio, con particolare attenzione alla comunicazione della diagnosi, nel rispetto di bisogni e fragilità della persona. Nel Progetto regionale viene anche definita la composizione minima dell’équipe dei Centri per i disturbi cognitivi e demenze: medico (geriatra e/o neurologo), infermiere, psicologo, che devono assicurare il collegamento con l’assistente sociale e con la rete dei servizi distrettuali, comprese le associazioni dei familiari. I Centri garantiscono diagnosi approfondita, interventi farmacologici per ritardare la progressione dei deficit cognitivi, consulenze specialistiche e, in collaborazione con enti locali e associazioni, iniziative formative, attività di informazione e socializzazione. Il Piano dà inoltre grande enfasi agli interventi psico-sociali (non farmacologici) sia per i pazienti che per i famigliari o cargiver e agli interventi “a bassa soglia” nelle fasi iniziali della malattia: per contenere e ritardare il più possibile le conseguenze della malattia e per insegnare ad affrontarla, la Regione sta incentivando l’avvio di Centri di incontro (meeting center), al momento sperimentati a Bologna, Rimini, Riccione.