27 gennaio 2017 ore: 10:46
Società

Giornata della Memoria, "ancora troppi gli esseri umani perseguitati e sfruttati"

Unhcr: ricordare, antidoto potente. Barbieri (Forum terzo settore): la nostra attenzione va a chi ancora oggi è vittima di discriminazioni. Perego (Migrantes): ricordiamo i troppi minori rom ancora apolidi nel nostro paese. Croce rossa: a servizio dei più deboli e di chi vive ai margini
Filo spinato, giornata della memoria

- Roma - "Giornate come quella della Memoria ci devono far riflettere sui grandi passi in avanti compiuti dalla civiltà, dal secondo dopoguerra ad oggi, in termini di riconoscimento e di tutela dei diritti, ma ci ricordano anche di quale crudeltà e follia distruttiva è capace l’uomo nel momento in cui fa prevalere l’odio sulla solidarietà e la paura del 'diverso' sulla razionalità”. Lo dice il portavoce del Forum del terzo settore, Pietro Barbieri in occasione del 27 gennaio, giorno di commemorazione delle vittime dell’Olocausto, per  richiamare l’attenzione sulle "tante e spesso taciute situazioni di assenza di diritti che si perpetrano nella nostra società". “La nostra attenzione - continua Barbieri - non può che andare a quanti, in Italia e nel mondo, sono ancora oggi vittime di discriminazioni per origine etnica, appartenenza religiosa, idee politiche, sesso e orientamento sessuale. In particolare pensiamo alla tragedia, che da anni si consuma proprio sotto i nostri occhi, dei migranti, già vittime della guerra o di persecuzione nella loro terra di origine. Pensiamo anche alle persone con disabilità, alla comunità lgbti, ai rom e sinti, che vivono ancora episodi di discriminazione, più o meno velata”. “La Giornata della Memoria - conclude - non sia solo un’occasione per ricordare e prendere le distanze dalle atrocità del passato, ma rappresenti per tutti un importante momento di riflessione dal quale trovare lo stimolo per migliorare il presente”.

"Il ricordo di tutte le vittime del genocidio delle leggi razziali non può  dimenticare lo sterminio  delle persone e famiglie rom", sottolinea la Fondazione Migrantes. “Nel giorno della memoria non possiamo dimenticare la tragedia di un popolo europeo – dice mons. Giancarlo Perego - purtroppo non ancora riconosciuto in Italia come minoranza, e non richiamare l’attenzione a fatti di discriminazione, di esclusione sociale ancora troppo presenti nelle nostre città nei confronti dei rom, sfociati talora in nuove forme di violenze e di razzismo che devono preoccupare. Al tempo stesso, in questo giorno, desideriamo ricordare i troppi minori rom  ancora apolidi nel nostro Paese, che vivono ai margini delle nostre città o la violenza di sgomberi forzati e che rischiano di essere esclusi da percorsi di partecipazione e di cittadinanza. Ieri questi minori rom sono stati i primi ad essere trucidati nelle camere a gas, oggi rischiano di essere ancora dimenticati e ed esclusi”.

’E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire’, scrisse Primo Levi ne ‘I sommersi e i salvati’”. Ed è proprio questo il grande valore della Giornata della Memoria, a diciassette anni dalla sua istituzione: tramandare e divulgare la storia di un’immane tragedia avvenuta oltre settant’anni fa, la Shoa, in maniera che sia recepita non solo come doveroso racconto storico ma quale emblematico monito, indirizzato soprattutto alle giovani generazioni, circa le gravissime violazioni dei diritti umani e prevaricazioni della libertà cui, ancora oggi, assistiamo impotenti". E' il commento del Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. "Lo sanno bene i nostri volontari e tutti gli operatori della Croce Rossa che, spinti dalla passione e dall’impegno su tutto il territorio nazionale e nel mondo, con il loro operato ricordano a tutti l’importanza fondamentale del Diritto Internazionale Umanitario e delle convenzioni di Ginevra. - sottolinea -  Sono ancora troppi gli esseri umani perseguitati, ghettizzati, sfruttati e discriminati per il loro genere o per il loro credo religioso, per la loro razza o per la propria condizione sociale. Il nostro Movimento, custodendo e interpretando in ogni sede e in ogni luogo i 7 principi fondamentali che lo ispirano, si pone attivamente a servizio dei più deboli e di tutti coloro i quali sono costretti a vivere ai margini della società”.

Anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati  si unisce alle tante voci che si levano per ricordare e onorare i milioni di cittadini ebrei, rom, omosessuali e appartenenti ad altre minoranze vittime dell’olocausto. "Dagli orrori dell’olocausto e dalle atrocità della seconda guerra mondiale sono nate le Nazioni Unite, con lo scopo di riaffermare la fiducia nella dignità e nel valore della persona umana e di difendere il diritto fondamentale a vivere in pace, al sicuro da discriminazioni e violenze. Questi principi sono oggi più che mai essenziali. - sottolinea -  Nel mondo, milioni di persone continuano a soffrire a causa di discriminazioni e violenze, inclusi coloro che fuggono da guerre e persecuzioni. Sono più di 65 milioni le persone in fuga, il dato più alto dalla seconda guerra mondiale. Mai da allora il quadro è stato così drammatico. In un momento di crescente intolleranza e xenofobia, di estremismi che alimentano l’esclusione e l’isolamento costruendo muri e mettono persone contro persone, occorre opporsi con forza ad ogni forma di antisemitismo e attacco nei confronti di qualsiasi minoranza. Abbiamo il dovere di ricordare il passato e di proteggere coloro che ne hanno bisogno oggi. “Ricordare la giornata della memoria e le sue vittime, ma anche il totale fallimento della comunità internazionale nel proteggerle - ricorda  Stephane Jaquemet, Delegato  per il Sud Europa - rappresenta un antidoto potente contro il ripetersi della storia nelle sue forme più aberranti. Non dimenticare il passato ci aiuta a rimanere vigili e ancorati ai principi di uguaglianza e solidarietà. Siamo chiamati, ora più che mai, ad impegnarci in favore delle persone più vulnerabili per costruire una cultura dell’inclusione e a combattere tutte le forme di discriminazione e razzismo, che sempre di più intossicano il dibattito politico".

 

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