Giornata della prematurità, Iss: “Serve un sistema di sorveglianza nazionale delle morti perinatali”
La prematurità rimane una delle principali cause delle morti perinatali, quelle cioè che avvengono in utero o nelle prime settimane di vita del neonato, e una sorveglianza nazionale di questi decessi può aiutare a migliorare la qualità dell’assistenza e ridurre le morti prevenibili. Questo il messaggio lanciato in occasione della giornata mondiale della prematurità del 17 novembre dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno già testato la validità e sostenibilità della sorveglianza con un progetto pilota realizzato in 3 Regioni, i cui risultati sono stati riepilogati in un articolo accettato e in stampa sulla rivista Italian Journal of Pediatrics.
La sorveglianza della mortalità perinatale (Italian Perinatal Surveillance System-SPItOSS), è stata avviata ufficialmente il primo luglio 2017: si trattava di un progetto pilota coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con tre regioni - Lombardia, Toscana e Sicilia - finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del Ministero della Salute. Il progetto prevedeva la segnalazione dei casi di morte perinatale e la raccolta di informazioni relative alle modalità assistenziali e alle caratteristiche organizzative dei presidi dove si verificavano i decessi. Durante il periodo di sorveglianza pilota di due anni, sono stati notificati 830 decessi perinatali nelle tre regioni partecipanti, di cui 94 sottoposti a indagini confidenziali a livello regionale e nazionale. Il sistema ha permesso di approfondire i casi segnalati, consentendo di identificare criticità cliniche e organizzative suscettibili di miglioramento.
“Dopo l’esperienza del progetto pilota- sottolinea Serena Donati, direttrice del Reparto Salute della Donna e dell'Età Evolutiva del Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità- la Lombardia, una delle regioni coinvolte, ha deciso di proseguire il sistema di sorveglianza delle morti perinatali. L’Emilia Romagna ha da tempo un sistema di sorveglianza a livello regionale mentre non disponiamo di dati delle altre Regioni. La richiesta è di dar seguito al progetto pilota estendendo la sorveglianza a livello nazionale, per poter mettere in campo interventi volti a prevenire i decessi evitabili stimati pari al 15,7% dei casi presi in esame dal progetto pilota, con forti differenze per area geografica”.
“A seguito della valutazione dell'efficacia e della sostenibilità del progetto pilota SPItOSS- è anche la conclusione del lavoro pubblicato – l’'Istituto Superiore di Sanità ha ufficialmente raccomandato al Ministero della Salute di estendere la sorveglianza a livello nazionale, seguendo un modello simile al sistema di sorveglianza della mortalità materna coordinato dall’Iss”.