In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che si celebra il 3 dicembre, gli enti del terzo settore chiedono più attenzione verso i diritti e azioni tempestive per rispondere ai bisogni di salute e di presa in carico
ROMA – "Le Leggi sono consolidate. I diritti in tema di salute, istruzione, lavoro, mobilità sono frutto di lunghe ed importanti battaglie che hanno visto in prima linea le stesse persone con disabilità, i loro familiari e le organizzazioni che le rappresentano. Il compito del nostro mondo, della nostra federazione è di considerare le persone con disabilità e le loro famiglie come un'importante e preziosa risorsa per l'intera comunità". A dirlo il presidente della Fish, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, Vincenzo Falabella, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità che si celebra il 3 dicembre.
“Fish non ha mai considerato la Giornata internazionale delle persone con disabilità una mera celebrazione – prosegue la nota della federazione -. Piuttosto un'occasione di riflessione per superare stigmi e pregiudizi ancora oggi presenti nella società. Per assicurare inclusione, pari opportunità e diritti per, con e da parte delle persone con disabilità, come recita il tema scelto per questo 3 dicembre. In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità la federazione lancia un appello all'azione, invitando la società, le istituzioni, le imprese a rafforzare gli sforzi volti a creare ambienti più inclusivi, eliminare le barriere architettoniche e promuovere l'uguaglianza”.
A chiedere azioni tempestive per migliorare la sanità a favore delle persone disabili, invece, l’Aipd, l’Associazione italiana persone down. “Nella Giornata internazionale delle persone con disabilità, come Aipd vogliamo rilanciare l'indagine che, in questi giorni, ha messo in luce l'inadeguatezza del sistema sanitario nazionale rispetto ai bisogni delle persone con disabilità”. Ad affermarlo è il presidente nazionale Gianfranco Salbini, facendo riferimento all'indagine “Cittadini e Disabilità”, presentata venerdì scorso da Swg: secondo il 31% degli italiani intervistati, il Servizio sanitario nazionale è inadeguato ai bisogni dei pazienti con disabilità, per il 49% è poco adeguato. Le principali difficoltà incontrate dalle persone con disabilità sono legate alle ore di attesa che trascorrono in strutture sanitarie (46%) e l’accesso alle liste di attesa (17%). Un punto di merito al personale sanitario italiano valutato in via complessiva positivamente nell’86% dei casi. 6 persone su 10 che bocciano invece le strutture e le attrezzature.
Per Salbini, “è preoccupante constatare che la percezione negativa dell'opinione pubblica italiana riguardo alla capacità dei servizi sanitari di rispondere alle esigenze delle persone disabili riflette un quadro complesso”. Per questo, in occasione di questa ricorrenza, l'appello è di mettere in campo “un'azione tempestiva per rispondere ai bisogni di salute e di presa in carico. È essenziale adottare specifici protocolli per le persone con disabilità. Ci uniamo inoltre all'appello del ministro Locatelli, che segnala l'urgenza di fare il punto sui tanti provvedimenti cui il ministero sta lavorando, a partire dall’attuazione della legge delega per l’implementazione del progetto di vita e l’avvio dell’iter di accertamento dell’invalidità civile, senza visite ripetute nel tempo e con procedure più efficienti, a cui si aggiunge l’istituzione del Garante nazionale per le persone con disabilità e la legge sulla riqualificazione delle pubbliche amministrazioni”.
Anche l’Unicef chiede un “accesso a un'assistenza sanitaria adeguata, comprese le cure mediche e la riabilitazione legate alla disabilità” per i bambini disabili di tutto il mondo. Secondo l’Unicef, infatti, quasi 10,8 milioni di bambini in Europa e Asia centrale vivono con una disabilità, pari a 1 bambino su 17 in tutta la regione. “La loro possibilità di condurre una vita soddisfacente e di partecipare alla società dipende dalla misura in cui vengono supportati nelle loro case, scuole e comunità – si legge in una nota -. Una protezione sociale inadeguata per i bambini con disabilità e le loro famiglie li espone al rischio di povertà. L'esclusione delle persone con disabilità ha costi significativi per gli individui, le famiglie e le società. Si stima che le persone con disabilità rappresentino 1 su 5 delle persone più povere del mondo. Le famiglie che crescono bambini con disabilità sono più vulnerabili alla povertà a causa dei costi associati e della perdita di opportunità di guadagno dovuta alla necessità di prendersi cura dei propri figli”.
Secondo l’Unicef, fra i bambini con disabilità si registrano tassi più elevati di povertà multidimensionale rispetto a quelli dei bambini senza disabilità. “Circa il 38% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 4 anni con più di una difficoltà funzionale subisce da tre a cinque privazioni, rispetto al 12% dei bambini senza difficoltà funzionali. Un sistema di protezione sociale completo e inclusivo è essenziale per evitare che i bambini con disabilità e le loro famiglie cadano in povertà, ed è fondamentale per far uscire i bambini dalla povertà. I sistemi di protezione sociale inclusivi – che sostengono le famiglie fin dall'inizio e garantiscono ai bambini un accesso equo all'assistenza sanitaria, all'istruzione e all'alloggio – sono un'ancora di salvezza per i bambini con disabilità e le loro famiglie. I governi dovrebbero investire e stanziare risorse adeguate per garantire che i bambini e le famiglie possano accedere a un sistema di protezione sociale olistico e a tutti i servizi di cui hanno bisogno per partecipare pienamente alle loro società”.