14 maggio 2003 ore: 17:04
Non profit

Giornata internazionale dell'obiezione, Pax Christi e Aon solidali con gli obiettori israeliani

ROMA - Ricordando la Giornata Internazionale dell’obiezione di coscienza che viene celebrata domani, Pax Christi Italia con una nota ha espresso “piena solidarietà con tutti coloro che, in tutto il mondo, dicono "no" all'uso e alla logica delle armi”. Quest’anno in particolare gli organizzatori della Giornata Internazionale intendono richiamare l’attenzione sulla tragica situazione in cui si trovano centinaia di obiettori in Israele, stato che non riconosce l’obiezione di coscienza al servizio militare. “Secondo un rapporto presentato alla Commissione dei Diritti Umani dell’Onu, basato su stime delle organizzazioni pacifiste israeliane, tra il settembre 2001 e il gennaio scorso, più di 180 obiettori sono stati imprigionati per motivi di coscienza, per un totale di oltre 6.500 giorni di carcere. - scrive Pax Christi - Si tratta di giovani che rifiutano l’arruolamento o di effettivi e riservisti che, in nome della propria coscienza, dicono “no” al servizio nelle Forze armate perché non condividono la politica del governo israeliano nei confronti dei Palestinesi e dei Territori Occupati. Molti di essi, infatti, se accettassero il servizio nelle Forze armate, si troverebbero a dover sparare sui civili palestinesi (se non a schiacciare con un buldozer qualche manifestante pacifista) come purtroppo avviene quotidianamente in Medio Oriente”. “Noi – sottolinea l’associazione - desideriamo ardentemente che la pace regni finalmente in quella Terra che è detta “santa” per aver dato la luce a Gesù, il “Principe della pace”, ma crediamo che, come Gesù ci ha insegnato, la pace si può costruire solo con mezzi pacifici, senza l’uso delle armi”.
Domani il Punto Pace di Pax Christi di Roma e l’Associazione Obiettori Nonviolenti consegneranno all’Ambasciatore israeliano in Italia una lettera indirizzata al Primo Ministro Ariel Sharon in cui si chiede di riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza e promulgare una legge conforme alle prescrizioni delle risoluzioni 1998/67 e 2002/45 della Commissione dei Diritti dell’Uomo dell’ONU; liberare immediatamente tutti gli obiettori imprigionati e rinviare (fino a quando non sia adottata una legge ad hoc) l’incorporazione di tutti coloro che obiettano.
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