Giornata rifugiato. Unhcr: "Più responsabilità e generosità da istituzioni europee"
ROMA - "Alle istituzioni europee chiediamo responsabilità e generosità. La funzione svolta finora dall'Italia sia ora una responsabilità condivisa da tutti". E' l'appello lanciato da Felipe Camargo, rappresentante Unhcr per il Sud Europa, a margine della presentazione oggi a Roma del Global trends 2017. Camargo ha poi detto di aver chiesto un incontro con il neo ministro degli Interni Matteo Salvini.
I dati. Il rapporto Unhcr, come ogni anno traccia una fotografia delle migrazioni forzate nel mondo. Secondo gli ultimi dati del 2017sono 68.5 milioni le persone costrette alla fuga. Di queste, solo nel corso dell’anno passato, 16.2 milioni di persone hanno abbandonato le proprie case per la prima volta o ripetutamente. Si tratta 44.500 persone in fuga al giorno, ossia una persona ogni due secondi. Nel totale dei 68.5 milioni sono inclusi anche 25.4 milioni di rifugiati che hanno lasciato il proprio paese a causa di guerre e persecuzioni, 2.9 milioni in più rispetto al 2016 e l’aumento maggiore registrato dall’Unhcr in un solo anno. Nel frattempo, i richiedenti asilo che al 31 dicembre 2017 erano ancora in attesa della decisione in merito alla loro richiesta di protezione sono aumentati da circa 300.000 a 3.1 milioni. Le persone sfollate all’interno del proprio paese erano 40 milioni del numero totale, poco meno dei 40.3 milioni del 2016. In breve, il numero di persone costrette alla fuga nel mondo è quasi pari al numero di abitanti della Thailandia. Considerando tutte le nazioni nel mondo, una persona ogni 110 è costretta alla fuga.
Quest'anno l'Unhcr ha scelto di far presentare il rapporto ai rifugiati in Italia. Tra loro Abdullahi Ahmed, fuggito dalla Somalia in guerra dieci anni fa, oggi cittadino italiano e ideatore del Festival dell'Europa solidale e del Mediterraneo. Il ragazzo ha chiesto ai giornalisti in sala: "dateci la parola, dateci la possibilità di fare un racconto costruttivo, diverso. Siamo sempre chiamati a commentare quanto di sbagliato fanno i migranti, mai a parlare del positivo. L'integrazione è possibile e la mia vita lo dimostra". Dopo la traversata del deserto del Sudan, del Ciad, della Libia e dell'Egitto, il ragazzo è sbarcato a Lampedusa e poi è stato trasferito a Settimo Torinese, dove ha prima ottenuto lo status di rifugiato politico e poi la cittadinanza. Ora è l'organizzatore del Festival dell'Europa solidale a Ventotene, giunto alla sua quinta edizione. Insieme a lui hanno partecipato alla presentazione Hisam Jamil Allawi, mediatore culturale e operatorie di World in progress e Ciac onlus e Sophia Baras anche lei mediatrice culturale. "I dati ci dicono che il primo paese per accoglienza è la Turchia, non l'Italia. La frase che l'Italia accoglie più di tutti non vogliamo sentire più".
In occasione della Giornata mondiale del rifugiato sarà oggi nelle sale Sea Sorrow, il documentario girato dall'attrice premio Oscar Vanessa Redgrave sui confini d'Europa. "Per proteggere la democrazia di ogni paese bisogna proteggere i profughi che arrivano dai paesi in guerra - ha detto Redgrave -. il mio tributo oggi è per le donne, madri, sorelle, figlie, per i bambini, per i padri che hanno cercato protezione secondo la legge e spesso non l'hanno trovata". (ec)