27 marzo 2017 ore: 13:48
Immigrazione

Giovani richiedenti asilo accolti in famiglia. "Così è tutto più facile"

Le famiglie protagoniste del progetto WelcHome del Comune di Modena si raccontano. Emanuela e Raffaele che ospitano Gias, neomaggiorenne pakistano: “Vorremmo che cambiasse l’atteggiamento delle persone verso chi è straniero”. Il 28 marzo incontro alla Parrocchia BVA di via Rangoni
Accoglienza, ospitalità, casa: mano tiene chiave di un portone

MODENA - “A Modena ci sono circa 100 minori stranieri non accompagnati. Ci sembra impossibile che in una città di 180 mila abitanti e circa 90 mila nuclei familiari non si riesca a dare accoglienza e amore a ragazzi come Gias”. A parlare sono Emanuela e Raffaele, una delle coppie modenesi che ha scelto di aderire al progetto WelcHome promosso dal Settore Politiche sociali, sanitarie e per l’integrazione del Comune in collaborazione con diverse associazioni del territorio per sperimentare nuove forme di accoglienza per richiedenti asilo, rifugiati e minori stranieri non accompagnati. Da qualche mese Emanuela e Raffaele stanno ospitando Gias, neomaggiorenne di origine pakistana, e gli hanno offerto la possibilità di frequentare un corso professionale per diventare cuoco. “In questa famiglia mi sento accolto, capito, aiutato – dice Gias, che prima era in comunità –. Con una famiglia alle spalle è tutto più facile, andare a scuola, frequentare gli amici e conoscerne di nuovi. Insomma, qui non mi sento trattato come uno straniero”. L’esperienza di Emanuela, Raffaele e Gias è raccontata in “WelcHome. Accoglienza di giovani richiedenti asilo e rifugiati”, una pubblicazione realizzata dall’Assessorato al Welfare del Comune di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Gias porterà la sua testimonianza anche il 28 marzo nell’incontro che si terrà presso la parrocchia della Beata Vergine Addolorata (in via Rangoni, 26 – ore 20.30), in cui ci sarà la possibilità di ascoltare anche le storie delle altre famiglie protagoniste del progetto WelcHome.

A portare la loro testimonianza ci saranno Fausto e Grazia che hanno 2 figlie piccole e, dopo diverse esperienze di affido, lo scorso settembre hanno accolto in casa Caterina, una 16enne albanese con un progetto biennale che la accompagnerà fino alla maggiore età. Edoardo e Pierina da 2 mesi accolgono Hadi, un ragazzo afghano di 17 anni che frequenta un corso di italiano al Cpia, è inserito in una polisportiva cittadina, frequenta i laboratori scolastici all’Ipsia Corni e fa volontariato. Francesco e Linda abitano a Pavullo, hanno 2 figli grandi e dallo scorso settembre hanno accolto Akil e Tamur, neomaggiorenni pakistani, con un progetto che intende portarli all’indipendenza: i 2 ragazzi hanno iniziato a studiare italiano, vanno in palestra, hanno trovato nuovi amici e ora stanno pensando, sempre con il supporto della famiglia, all’autonomia abitativa. “Samim ha portato nella nostra famiglia molte più cose di quante ne abbia ricevute – dicono Valeria e Nicola, un’altra famiglia WelcHome – Lui è educazione, gratitudine, rassegnazione. Ci ha raccontato del suo lungo viaggio, faticoso e senza meta col quale era convinto di poter cambiare la sua vita e quella della sua famiglia”. Durante la serata sarà possibile anche ascoltare le testimonianze di alcuni ragazzi della parrocchia BVA, punto di riferimento per le famiglie WelcHome e per i ragazzi che accolgono, che sono diventati amici di minori stranieri non accompagnati inseriti nel progetto di accoglienza in famiglia. (lp)

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