15 dicembre 2015 ore: 11:31
Società

Giovanni Maria Bellu: "Chi viola la carta di Roma sempre più spesso lo fa apposta"

Rapporto “Notizie di confine”. “Mentre cresceva l’arrivo di migranti e il terrorismo faceva rientrare il tema immigrazione tra le nostre paure, in Italia 5,5 milioni di immigrati producevano l’8,6% del Pil, occupandosi dei nostri vecchi, dei nostri figli, gestendo call center e centri di servizi”
Giovanni Maria Bellu
Giovanni Maria Bellu
Giovanni Maria Bellu

ROMA - "Gli italiani, cioè i nostri lettori e ascoltatori, hanno idee molto confuse sull’immigrazione. Per esempio sono convinti che i musulmani siano il quintuplo di quanti realmente sono". A dirlo è Giovanni Maria Bellu, presidente dell’Associazione Carta di Roma, dalle pagine del rapporto "Notizie di confine" presentato questa mattina questa mattina a Roma. “Nel 2015 gli arrivi di rifugiati in Europa sono cresciuti in modo esponenziale - fa sapere Bellu -, tanto da far balzare il tema-immigrazione ai primi posti dell’agenda continentale. Contemporaneamente, il terrorismo lo faceva rientrare nella nuvola nera delle nostre paure. Mentre succedeva tutto questo, in Italia cinque milioni e mezzo di immigrati producevano l’8,6 per cento del nostro Pil, occupandosi dei nostri vecchi, dei nostri figli e dei nostri figli disabili, gestendo call center e centri di servizi, vendendo frutta e verdura nei loro negozi aperti fino a notte”.

Dall'analisi, dedicata al mondo in cui i media raccontano l'immigrazione, emerge che "chi viola la carta di Roma sempre più spesso lo fa apposta. Con modalità non molto diverse da quelle che alimentano l’hate speech, i discorsi d’odio, nei social. Per esempio usando in chiave polemica un termine giuridicamente inappropriato e gravemente denigratorio come “clandestino”. Ilvo Diamanti, direttore scientifico di Demos, aggiunge: "Colpisce che in questi mesi, nonostante tutto, i timori sollevati da questo fenomeno siano cresciuti, ma in modo sostanzialmente limitato. Restando al di sotto del livello osservato nel periodo 2007-9. Quando, però, l’enfasi mediatica era divenuta martellante".  In parte il motivo dipende dal cambiamento di stile narrativo: "Gli immigrati non appaiono come soggetti criminali. Semmai, come un pericolo per la nostra sicurezza. Il problema, semmai, è che l’immigrazione, narrata dai media, è lo specchio della nostra difficoltà – per non dire impotenza – di comprendere. Di affrontare. E convivere. Con l’immigrato reale oltre che - e piuttosto che - con l’immigrato mediale. Non con le immagini, ma con le persone". (gig)

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