15 maggio 2017 ore: 13:58
Disabilità

Gite e passeggiate per favorire l’autonomia dei ragazzi con autismo

Promossi da Angsa, i percorsi saranno gestiti da 2 insegnanti di sostegno e da un’educatrice professionale. Corona (Angsa Bologna): “Tante famiglie per una serie di motivi, anche economici, non possono permettersi un aiuto extra orario scolastico. Così andiamo loro incontro”

BOLOGNA – ?“Due insegnanti e un’educatrice professionale: 3 ragazzi che hanno scelto di mettersi in gioco”: Marialba Corona, Presidente Angsa Bologna, riassume così l’iniziativa pronta a partire in città per aiutare le famiglie di ragazzi con autismo. Alessandro Adamo è un insegnante di sostegno in un istituto professionale; Simona Cascetti è un’insegnante di sostegno in una scuola media; Ardjana Kasa è un’educatrice professionale della cooperativa bolognese Quadrifoglio. Insieme hanno dato vita a un progetto che prevede delle uscite con ragazzi con autismo. “Tutto è partito da Alessandro e Simona che, da qualche anno a questa parte, si sono trovati a lavorare con ragazzi con autismo grave. Non sapendo da che parte cominciare, hanno seguito numerosi corsi di formazione e si sono specializzati. Con loro, Ardjana, da tutti soprannominata ‘il generale’. Hanno scelto di mettere la loro professionalità a disposizione delle famiglie, gratuitamente”. 

All’inizio ne accompagneranno solo uno alla volta; naturalmente, prima faranno alcuni incontri con le famiglie – a cui sarà richiesto di svolgere un ruolo attivo – per capire i comportamenti, le attitudini, i gusti e le problematiche di ciascuno. A seconda delle potenzialità di ogni ragazzo, si deciderà il tipo d’uscita e si chiederà loro di osservare l’ambiente e rispettare le regole di comportamento: un pranzo al self service, con l’obbligo di restare in coda; una cena al ristorante; un viaggio in autobus con il biglietto da fare e obliterare; una gita al mare. Per portare avanti questo progetto in sicurezza è fondamentale conoscere in anticipo i comportamenti problematici di ognuno, per imparare a prevenirli o, se impossibile, a gestirli al meglio. “Non è solo una forma di sollievo per le famiglie – continua Corona –, ma di vero e proprio aiuto. Ci sono moltissimi genitori che, per una serie di motivi – non da ultimo per questioni economiche – non possono permettersi un aiuto extra orario scolastico. Questo progetto, così specifico, vuole andare loro incontro: con trattamenti specialistici si riscontrano importanti miglioramenti”. 

Al momento sono già un paio i ragazzi individuati per i primi percorsi. Sarà Angsa stessa (che a Bologna segue 200 famiglie) a individuare le situazioni più bisognose d’aiuto; ma ci si potrà anche “candidare” liberamente. Oppure, potranno essere i membri dello staff a proporre di coinvolgere ragazzi che già seguono a scuola. “Grazie a queste 3 figure esperte riusciamo a offrire ai nostri ragazzi momenti ricreativi ma anche formativi, sempre nell’ottica di un’autonomia futura crescente e con lo sguardo rivolto alle famiglie associate, perché possano per qualche ora staccare la spina e potere sperimentare, poi, momenti diversi con i propri figli”. (Ambra Notari) 

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