Giustizia, 803 minori in comunità per reati penali
Roma - "Al 31 dicembre 2015 erano 803, di cui 423 minori e 380 adulti fino ai 25 anni, i giovani entrati nel circuito penale e collocati in comunita' su provvedimento della magistratura. Di questi, 542 italiani (67,5 per cento), 120 di origine africana (14,9 per cento, soprattutto da Marocco ed Egitto) e 44 minori stranieri non accompagnati (provenienti per lo piu' da Egitto, Gambia e Tunisia)". Lo ha riferito oggi il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, durante l'audizione sui minori fuori famiglia davanti alla commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza presieduta da Michela Vittoria Brambilla.
L'ex ministro Brambilla ha chiesto al governo "risposte piu' adeguate per i minori che si allontanano dalle comunita' esponendosi al rischio di cadere, o ricadere, nelle mani di bande criminali". Tra le criticita' segnalate, infatti, c'e' il fenomeno degli "allontanamenti arbitrari", cioe' dei casi in cui il minore o giovane adulto contravviene al provvedimento del giudice e si allontana dalla comunita'. "Purtroppo- sottolinea Ferri- dall'analisi dei dati del 2015 si rilevano 49 allontanamenti arbitrari ogni 100 collocamenti in comunita' private e disaggregando tale dato per nazionalita', si osservano tassi di allontanamento arbitrario superiori per gli stranieri (61) rispetto agli italiani (39). Storicamente, si tratta di un fenomeno in crescita: nel 2010 il tasso di allontanamento era del 31 per cento ed ha superato il 40 per cento nel 2012. Anche in questi dati- conclude il sottosegretario- trova conferma la necessita' di definire presto un nuovo ordinamento penitenziario minorile, per dare piu' articolate risposte a speciali esigenze e sanzioni piu' adeguate alla fascia di eta' dei destinatari".
"I numeri relativamente piccoli - osserva Brambilla - non devono trarre in inganno. L'obiettivo della rieducazione, proprio di tutto il sistema penitenziario, e' sentito a maggior ragione quando si tratta di minori e giovani adulti. In attesa di una riforma, il governo non puo' trascurare il problema degli allontanamenti arbitrari e della tutela dei minori che rischiano di cadere, o ricadere, in circuiti criminali. Occorre difendere e valorizzare il collocamento in comunita' quale valida alternativa all'istituto penale, per puntare sull'effettivo recupero della persona".
Ferri ha ricordato che la competenza del dipartimento per la giustizia minorile e' limitata ai minori e ai giovani adulti autori di reato che, in esecuzione di un provvedimento giudiziario, sono inseriti in comunita' di accoglienza, ministeriali o convenzionate, per l'attuazione di progetti educativi alternativi alla pena detentiva. Rispetto al 2010 vi e' stata una leggera flessione delle presenze (che allora erano 844), mentre negli ultimi dieci anni si e' registrata una crescita dei collocamenti in comunita' "come strategia intermedia capace di garantire un contenimento educativo, senza ricorrere all'Istituto penale". Nel sistema le 10 comunita' ministeriali hanno ormai un ruolo di 'filtro', di osservazione del minore in attesa di altra destinazione, visto che oltre il 90 per cento dei collocamenti riguarda comunita' del privato sociale, monitorate dai Centri per la giustizia minorile. (DIRE)