Giustizia, i garanti aderiscono all’appello: “Varate quella riforma”
ROMA – Riforma dell’ordinamento penitenziario e mancata approvazione: non è tutto perduto. “Il Governo può ancora intervenire perché c’è una legge delega e, in virtù di questo, il parlamento può ancora dare compimento a quel tipo di delega”. Il garante nazionale dei diritti dei detenuti, Mauro Palma, sostiene con la propria adesione l’appello, inviato al Governo da una serie di associazioni e personaggi autorevoli del mondo penitenziario, con cui si sollecita l’approvazione dei decreti che mirano a ricostruire il volto del carcere e dell’esecuzione penale italiana. Un percorso lungo e complesso durato 3 anni e che ora rischia di finire nel nulla.
“Il panorama in questo momento è molto più complesso – spiega Mauro Palma -, perché in qualche modo alcune forze politiche in campagna elettorale si sono espresse contro quel provvedimento. Ma quelle stesse forze politiche in sede di approvazione di legge delega avevano votato a favore. Che qualcuno si sia espresso contro, nel frattempo, è ben comprensibile perché in campagna elettorale si accentuano sempre i toni, ma non bisogna dimenticare che quelle stesse persone si erano espresse in maniera favorevole, o comunque non contraria, in sede di approvazione della legge delega. Quindi c’è un’opinione del parlamento largamente maggioritaria su quella serie di principi. E il decreto – conclude il garante nazionale – dà semplicemente corpo ad alcuni di quei principi”.
“Lo schema di decreto legislativo per la revisione dell’ordinamento penitenziario – sottolinea Stefano Anastasìa, garante dei detenuti di Umbria e Lazio – ha già acquisito i pareri favorevoli delle competenti commissioni parlamentari e della Conferenza delle Regioni. Dunque non attende altro che la delibera definitiva del Consiglio dei ministri che, da un punto di vista formale, può tranquillamente essere adottata dal Governo in carica nell’esercizio dell’ordinaria amministrazione. D’altro canto, questo provvedimento ha percorso un iter ben più lungo di quello previsto dalla legge che ha delegato il Governo ad adottarlo”.
“Non possiamo dimenticare – spiega Stefano Anastasìa – che la stessa legge delega è maturata a seguito del più ampio coinvolgimento possibile di studiosi e operatori, professionali e volontari, legali e penitenziari, sociali e sanitari, negli Stati generali sull’esecuzione penale promossi dal ministero della Giustizia. Quello schema di decreto è il frutto di un percorso durato anni, cui ha partecipato l’intero mondo che gravita intorno al penitenziario. Per questo, anche da un punto di vista sostanziale, ci sono tutte le condizioni affinché lo schema di decreto sia approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri, anche in queste settimane, in attesa della convocazione delle nuove Camere”. (Teresa Valiani)