Giustizia minorile, la carenza di personale mette a rischio anche gli interventi educativi
ROMA – “Si contano sulle dita di un’unica mano gli istituti penali minorili che non sono stati coinvolti in eventi critici nell’ultimo anno”. Così Antonio Ianniello, garante per i diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna, su richiesta di Redattore Sociale commenta la situazione degli istituti penali per minorenni all’indomani della fuga di sette ragazzi dal Beccaria di Milano. “Oltre all’impatto del covid e della riduzione della socialità che esso ha comportato, tra le cause della fase di preoccupante delicatezza che si trovano a vivere gli istituti penali per i minorenni si può annoverare sicuramente la carenza di organico sia a livello di personale di sicurezza che di educatori”. Non giocherebbe, invece, un ruolo essenziale, secondo Ianniello, la possibilità per gli istituti penali per minorenni di ospitare giovani fino all’età di 25 anni, in quanto “la normativa permette di trasferire un ragazzo maggiorenne che non segue il percorso educativo in maniera adeguata all’interno del sistema detentivo per maggiorenni”.
Negli scorsi giorni anche il Centro di giustizia minorile bolognese di Via Del Pratello era stato al centro di alcuni disordini. “A fronte di una capienza regolamentare di 22 ragazzi, nell’ultimo anno siamo giunti fino a picchi di sovraffollamento pari a 49 anni – spiega il garante –. Ma non è conseguito un aumento dell’organico. In alcuni casi la mancanza di personale di sicurezza ha compromesso le attività trattamentali e gli interventi educativi. Insomma – conclude Ianniello – la carenza di personale rischia di enfatizzare i contenuti di mera detenzione”.