Giustizia minorile: nel 2015 oltre 16 mila ragazzi in carico ai servizi
ROMA – Sul sistema della Giustizia minorile si fanno sentire i primi effetti del decreto carceri convertito nella legge 117 dell’11 agosto 2014 che ha esteso la competenza dei Servizi minorili fino al compimento dei 25 anni di età. È quanto emerge dai dati statistici aggiornati al 30 giugno 2015 dal ministero della Giustizia (Dipartimento per la Giustizia minorile) e pubblicati in questi giorni. Se nel 2014, infatti, i minorenni seguiti dagli Uffici di servizio sociale per i minorenni (Ussm), che seguono tutte le fasi del procedimento penale, erano complessivamente poco più di 20 mila, nei primi 6 mesi del 2015 i ragazzi in carico agli Ussm sono già 16 mila, di cui 12,5 mila italiani (11 mila i maschi) e 3,5 mila gli stranieri. “Il numero dei soggetti in carico sta risentendo degli effetti della modifica normativa introdotta dal Decreto Legge 26 giugno 2014 n. 92, convertito con modificazioni in Legge 11 agosto 2014, n.117 – spiega il report - che ha determinato un aumento dell’utenza avendo esteso la competenza dei Servizi minorili fino al compimento dei 25 anni di età dei cosiddetti giovani adulti”.
Secondo quanto evidenzia il report statistico, però, “la maggior parte dei minori autori di reato è in carico agli Ussm nell’ambito di misure all’esterno; la detenzione, infatti, assume per i minorenni carattere di residualità, per lasciare spazio a percorsi e risposte alternativi, sempre a carattere penale”. Tra i servizi residenziali, gli Istituti penali per i minorenni (Ipm), che accolgono i minori detenuti in custodia cautelare o in esecuzione di pena, mostrano una diminuzione di ingressi, ma soltanto negli ultimi anni. Se nel 2013 erano 1.201, nel 2014 ne sono stati registrati 992. Nei primi sei mesi del 2015, invece, gli ingressi sono 550.
Dati stabili nell’ultimo anno per i Centri di prima accoglienza (Cpa), che pur non essendo strutture di tipo carcerario, ospitano i minorenni in stato di arresto, fermo o accompagnamento fino all'udienza di convalida. Nel 2014 nei Cpa ci sono stati 1.548 ingressi. Nei primi sei mesi del 2015, invece, quasi esattamente la metà dell’anno precedente: 779. Un dato, quello del 2014 e del 2015 in controtendenza rispetto al passato quando si registravano numeri doppi, come i 3,5 mila ingressi del 2006.
Poi ci sono le comunità, che nel 2015 sembrano confermare i dati del 2014. “Negli ultimi anni si sta assistendo ad una sempre maggiore applicazione del collocamento in comunità – spiega il report -, non solo quale misura cautelare, ma anche nell’ambito di altri provvedimenti giudiziari, per la sua capacità di contemperare le esigenze educative con quelle contenitive di controllo”. Tuttavia, i dati sui collocamenti in comunità ministeriali e del privato sociale. Il report di giugno 2015 mette in evidenza come i collocamenti in comunità riguardino sia gli italiani (459), che gli stranieri di cui 115 provenienti da paesi Ue, 113 da paesi extraUe, 122 da paesi africani e pochi altri tra America e Asia. Due gli apolidi.
Complessivamente, l’utenza dei servizi è prevalentemente maschile, mentre le ragazze sono soprattutto di nazionalità straniera e provengono dall’area dell’ex Jugoslavia e dalla Romania. Il dossier, inoltre, mostra come negli ultimi anni, “alle nazionalità tipiche della criminalità minorile, quali il Marocco, la Romania, l’Albania e i Paesi dell’ex Jugoslavia, tutt’ora prevalenti, si siano affiancate altre nazionalità, singolarmente poco rilevanti in termini numerici, ma che hanno contribuito a rendere multietnico e più complesso il quadro complessivo dell’utenza”. Per quanto riguarda i reati, “la criminalità minorile è connotata dalla prevalenza dei reati contro il patrimonio e, in particolare, dei reati di furto e rapina – spiega il report -. Frequenti sono anche le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti, mentre tra i reati contro la persona prevalgono le lesioni personali volontarie”. Su oltre 44 mila reati contestati a giugno 2015, infatti, oltre 10 mila riguardano furti, a cui segue il reato di rapina e quello delle lesioni personali volontarie (oltre 4mila reati ciascuno). Oltre 4 mila anche i reati anche quelli che riguardano gli stupefacenti.