Gli empori solidali pronti a fare rete, "per ottimizzare lavori e donazioni"
CERVIA (Ravenna) - Centottanta partecipanti, non solo dalla regione, ma da tutta Italia. Il primo ad arrivare è stato un signore di Sassari. Presenti non solo i volontari già impegnati, ma anche un buon 30 per cento di uomini e donne interessati a questi progetti. È positivo il bilancio del primo Festival regionale degli empori solidali, settembre promosso dal Coordinamento degli empori solidali emiliano-romagnoli con i Centri di servizio per il volontariato, la Caritas e gli enti locali, organizzato a Cervia lo scorso sabato. “Tutti seduti intorno a un tavolo: ne è scaturito un confronto proficuo e vivo”, spiega Denise Camorani del Csv di Ravenna. Grande partecipazione anche ai gruppi di lavoro del pomeriggio: “Abbiamo registrato diverse manifestazioni di interesse per l’apertura di nuovi empori, attitudine che non potrebbe renderci più felici”.
Tra i temi toccati nel confronto, la necessità di fare rete. “Ci sono problemi comuni: servirebbe riuscire ad avere una vera mappatura di quello che c’è a sostegno della povertà nei territori. Il rischio è che a qualcuno arrivino più aiuti, mentre qualcun altro rischi di rimanere in difficoltà. Tutte le realtà devono sentirsi e confrontarsi, per ottimizzare il lavoro e coordinarsi”. Continua Camorani: “Quando poi ci arrivano quantitativi molto grandi da varie aziende, ci sarebbe la possibilità di ridistribuirne parte, ma mancano gli strumenti. Dal festival è emersa anche la volontà di ragionare in questa direzione”. Una buona notizia, poi, è arrivata dalla Regione che ha confermato il desiderio di andare verso un accreditamento degli empori, perché tutti rispondano a determinati standard valutati insieme da istituzioni e market.
Alla fine della giornata è stato dato mandato a tutti di presenti di andare avanti nel lavoro di condivisione logistica, regolamentazione e implementazione, di rafforzare i rapporti e fidelizzare i volontari che, in quanto tali, possono talvolta avere bisogno di essere incoraggiati: “Questo è un motore che va sempre oliato, soprattutto alla luce del grande interesse suscitato anche negli amministratori pubblici”, riassume Camorani.
L’appuntamento, ora, è per l’anno prossimo: dopo il convegno nazionale “Quel che resta del cibo” del 2015 a Parma, dopo il primo Festival a Cervia, si pensa già a una seconda edizione. Presumibilmente sempre in Emilia-Romagna, “perché la rete che c’è qui è unica in Italia. Prima, però, ci rivedremo per presentata la Carta dei valori del Coordinamento degli empori solidali dell’Emilia-Romagna. L’avremmo dovuta presentare sabato a Cervia, ma sono così tanti gli stimoli arrivati durante la giornata che abbiamo deciso di lavorarci ancora, con tanto ottimo materiale su cui lavorare”. (Ambra Notari)