5 dicembre 2014 ore: 12:25
Società

Gli italiani usano i social, ma con i "selfie" prevale la spinta narcisistica

Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Il 63,5% degli italiani usa internet, sui social sono il 49%. Ma invece che scoprire il mondo, spopola la pratica del" selfie". Gli effetti negativi del boom dell’informazione sanitaria
Selfie

ROMA - La solitudine dei soggetti: i dispositivi di introflessione di un popolo di singoli narcisisti e indistinti. Anche questo aspetto analizza il 48° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Secondo l'istituto, l'estraneità dei soggetti alle dinamiche di sistema risalta nel rapporto con i media digitali personali. A fronte del 63,5% di italiani che utilizzano internet, gli utenti dei social network sono il 49% della popolazione e arrivano all’80% tra i più giovani di 14-29 anni. Tra il 2009 e il 2014 gli utenti di Facebook 36-45enni sono aumentati del 153% e gli over 55 del 405%. Gli utenti italiani di Instagram sono circa 4 milioni.
Delle 4,7 ore al giorno trascorse mediamente sul web, 2 sono dedicate ai social network. E il numero di chi accede a internet tramite telefono cellulare in un giorno medio (7,4 milioni di persone) è ormai più alto di quanti accedono solo da pc (5,3 milioni) o da entrambi (7,2 milioni). "La pratica diffusa del selfie è l’evidenza fenomenologica della concezione dei media come specchi introflessi in cui riflettersi narcisisticamente - afferma il Censis -, piuttosto che strumenti attraverso i quali scoprire il mondo e relazionarsi con l’altro da sé". Non è contraddittorio quindi il dato che emerge da una rilevazione del Censis secondo cui la solitudine è oggi una componente strutturale della vita delle persone: il 47% degli italiani dichiara di rimanere solo durante il giorno per una media quotidiana di solitudine pari a 5 ore e 10 minuti. "È come se ogni italiano vivesse in media 78 giorni di isolamento in un anno, senza la presenza fisica di alcuna altra persona".

Informati e incerti: gli effetti negativi del boom dell’informazione sanitaria. Negli ultimi decenni è cresciuta l’attenzione della popolazione rispetto ai temi sanitari: gli italiani si giudicano sempre più informati sui temi sanitari e indicano di prestare sempre più attenzione quando si parla di salute. Se, da un lato, il bagaglio di saperi degli italiani sui temi sanitari va ricondotto prima di tutto ai professionisti della sanità (in particolare al medico di medicina generale), dall’altro appare sempre più ampia la porzione di popolazione che afferma di tradurre quanto appreso in tv, sulla stampa o su internet in comportamenti finalizzati alla prevenzione o alla cura della salute. La pratica dell’e-health, sempre più diffusa (il 41,7% degli italiani nel 2014 cerca informazioni online sulla salute), ha inevitabilmente contribuito a ridisegnare il rapporto che il paziente instaura con il medico. In aumento è anche il ricorso a forum e blog per discutere di questioni sanitarie.
"L’esposizione a un numero molto elevato di contenuti determina come conseguenza un’alterazione della percezione relativa al proprio livello di conoscenze su temi sanitari", afferma il Censis. Questa discrepanza tra conoscenze presunte e informazioni possedute è stata messa in luce da diverse ricerche che il Censis ha condotto tra il 2012 e il 2014, dalle quali è emerso che la conoscenza su temi sanitari non risulta completamente adeguata anche nei casi in cui il soggetto risulti direttamente coinvolto in una specifica situazione patologica. Cittadini e pazienti si ritrovano spesso sotto una pioggia di contenuti e notizie tra cui non è sempre facile selezionare le informazioni corrette e affidabili. E così è sempre più ampia, e anzi nell’ultimo anno è diventata maggioritaria, la percentuale di italiani che pensano che troppe informazioni sulla salute rischiano di creare confusione e incertezza.

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news