Gli studenti insegnano ai migranti a usare il computer e Internet
ROMA - Oltre mille migranti formati da altrettanti studenti provenienti da sei scuole superiori romane, napoletane, siciliane e calabresi. Questi i numeri del progetto "Co-Host" promosso dalla Fondazione Mondo digitale, che ha l'obiettivo di favorire l'integrazione di immigrati e rifugiati attraverso l'alfabetizzazione digitale. Oggi sono state presentate le attività nell'Istituto di istruzione superiore "Leonardo Da Vinci" a Roma.
La novità di quest'iniziativa è che gli studenti vengono trasformati in facilitatori nel processo di inclusione: "Ho accettato il progetto nella mia scuola per due motivi: utilità e umanità - spiega la preside dell'Istituto Irene De Angelis Curtis - , per i nostri studenti significa usare le tecnologie di tutti i giorni in modo costruttivo, per un uso più consapevole. E trasmettendole ai cittadini stranieri si crea un rapporto di condivisione che porta a raccontarsi le proprie storie".
Presente ai lavori anche il Sottosegretario di Stato, Domenico Manzione, che spiega come la tecnologia abbia favorito "momenti di incontro tra culture, permettendo agli studenti di perdere certi pregiudizi. Fare integrazione in un periodo di grave crisi economica e grave crisi di sicurezza, non è una passeggiata, ma una vera e propria sfida”.
E di sfida parla Mirta Michilli, direttore generale della fondazione Mondo digitale: "Stiamo formando una nuova generazione di giovani che ha scoperto dai propri maestri che il modo migliore di imparare è insegnare, per mettere in comune le cose che si conoscono e migliorare la vita di tutti. L’Europa è da tempo alla ricerca di una soluzione ai problemi dell’immigrazione e integrazione - continua - e noi siamo convinti che un modello vincente di integrazione debba partire dalla scuola e basarsi sui valori di incontro e condivisione”.
"Abbiamo fatto passi da gigante - Paola Andreozzi, responsabile Microsoft Philantropies - rispetto agli altri anni. Ammettere gli errori e riparare è importante. E infatti ci siamo aperti all'open source e ai progetti sociali come questo. D'altronde l’integrazione sociale e culturale è ormai una priorità - continua la responsabile - . Migranti e rifugiati sono potenziali cittadini del nostro paese e come tali possono diventare una risorsa preziosa per tutta la comunità".
Ed è d'accordo anche Alfonso Molina, direttore Scientifico della Fondazione Mondo digitale: "Anch'io sono stato rifugiato e so bene cosa provano questi ragazzi: vengo infatti dal Cile di Pinochet. L'importanza del coinvolgimento delle scuole è fondamentale. Sono riuscito a finire la mia carriera accademica a Edinburgo grazie a tutte le persone che mi hanno aiutato", conclude il direttore. Ed è anche attraverso queste testimonianze che gli studenti presenti all'iniziativa si rendono conto del loro apporto". (Paolo Cocuroccia)