Governo. Adozioni, AiBi: ''Delega a un genitore adottivo''
Carcere: padre incontra il figlio
ROMA – “Sulla delega alle adozioni internazionali non abbiamo nomi da indicare, ma tra i parlamentari dell’area Renzi ci sono anche dei genitori adottivi. Se uno di questi venisse elevato al rango di sottosegretario e avesse anche questa delega non sarebbe male”. Così Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., Amici dei Bambini, sulle deleghe che il prossimo governo dovrà affidare. Quella alle adozioni internazionali passerà dalle mani dell’ex ministra dell’Integrazione, Cécile Kyenge, con ogni probabilità ad un sottosegretario, vista la soppressione del ministero di cui la Kyenge era titolare. E per Griffini, la speranza è che la delega non venga affidata ad un ministro con altri incarichi da svolgere. “Piuttosto che una delega a qualche ministro – spiega -, speriamo in un sottosegretario dedicato se non totalmente alle adozioni internazionali, quantomeno alle tematiche della famiglia. Un sottosegretariato incardinato presso la presidenza del Consiglio, anche se in una nostra proposta di legge abbiamo suggerito di incardinarlo nel ministero degli Affari esteri, come avviene in Francia o negli Stati uniti, ma per fare questo serve un passaggio legislativo”.
Quella delle adozioni internazionali, spiega Griffini, è una delega che deve far fronte non solo alle necessità contingenti, ma anche ad un passato di latitanza da parte di chi ne aveva la responsabilità nei passati governi. “Riccardi (ex ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione col governo Monti con delega alle adozioni internazionali, ndr) è stato la nullità assoluta, non gliene fregava proprio niente – afferma senza mezzi termini Griffini -. Nel suo anno e mezzo ha fatto una sola riunione con gli enti autorizzati di 15 minuti. Nessuna missione, nessun incontro con le delegazioni straniere. La ministra Kyenge è rimasta pochissimi mesi, ma quando è capitata la grana del Congo nessuno l’ha mai vista”. Una delega che pesa anche sulla Commissione adozioni internazionali, la cui presidenza era stata affidata proprio all’ex ministra Kyenge. Un ruolo affidato ad un politico piuttosto che ad un tecnico che per un momento aveva fatto ben sperare alle associazioni. “Abbiamo fatto una battaglia per dare la presidenza della Commissione adozioni internazionali ad un politico – aggiunge Griffini -, perché in realtà l’incarico non nasce così. Eravamo convinti che la presidenza in mano ad un politico desse un valore differente alla commissione, ma devo dire che ora me ne pento perché ogni volta che c’è una crisi di governo, assistiamo a questi ricambi che causano ingovernabilità”. E le ultime presidenze, poi, non sono state così fortunate. “Da tre anni – specifica il presidente di Ai.Bi. - c’è una latitanza della componente politica nella Commissione adozioni internazionali”. Intanto di pratiche da sbrigare se ne stanno accumulando parecchie e i ritardi ormai sono inevitabili. “Abbiamo un accordo bilaterale con la Cambogia dove l’Italia è l’unico paese europeo ad avercelo – spiega Griffini -. L’accordo è scaduto. I cambogiani da parecchio tempo stanno chiedendo di rinnovarlo, ma nessuno risponde. Anche con la Russia, siamo stati i primi a fare un accordo bilaterale, anche questo è scaduto e va rinnovato”.(ga)