15 aprile 2016 ore: 13:00
Immigrazione

Grecia: Chiesa e associazioni contro una Ue "sempre meno accogliente"

Per la Caritas Italiana quello del pontefice a Lesbo “è un viaggio che abbraccia una Grecia sempre più debole, lasciata sola davanti all’emergenza” e “una Unione Europea sempre più chiusa”. Da Caritas 7 mesi di interventi per oltre 1,5 milioni di euro. Oxfam: “Stop alle deportazioni”
Papa a Lesbo (Grecia)

ROMA - Il Papa ha accolto l’invito del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e dell’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia a visitare insieme l’isola di Lesbo che lo scorso anno ha visto sbarcare più della metà del milione di profughi della rotta balcanica. “Uomini, donne, bambini disperati ai quali dal 20 marzo scorso, data di entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia, si vedono chiudere le porte in faccia dall’Europa, che li respinge indietro con le navi, verso paesi dove nessuno vuole tornare”, commenta la Caritas Italiana, che ricorda come “Papa Francesco sarà il 16 aprile a Lesbo per dare un segno di solidarietà a forte valenza ecumenica e un duro ammonimento ai governi europei, contro indifferenza ed egoismi, come fece a Lampedusa tre anni fa”.

Per la Caritas, quello di Papa Francesco “è un viaggio che abbraccia una Grecia sempre più debole, lasciata sola davanti all’emergenza che da Lesbo a Idomeni, ha visto sfilare la sofferenza di chi scappa dai conflitti, di chi è stato respinto da un’Unione Europea sempre più chiusa e meno accogliente. L’accordo con il presidente Erdogan sembra aver decretato la scelta europea di spazzare via, metaforicamente, il problema dei profughi nascondendolo sotto il tappeto turco. Due giorni dopo questa storica visita sarà il primo anniversario di quel tragico 18 aprile 2015 che vide spegnersi nel mare del Canale di Sicilia più di 800 persone, per un terribile naufragio. In quell’occasione i leader europei si erano incontrati a Bruxelles per gridare il loro corale ‘mai più’ che ebbe come conseguenza l’intensificazione delle operazione Triton per il recupero e salvataggio in mare. Ma dopo un anno l’Europa sembra aver dimenticato le sue promesse”.

L’impegno della Caritas. Da ormai più di sette mesi Caritas Hellas, con l’aiuto di Caritas Italiana e di tante altre Caritas Europee, è in prima linea nell’emergenza: ad oggi sono stati distribuiti oltre 80 mila pacchi alimentari, 40 mila kit igienici; inoltre quasi 8 mila persone hanno ricevuto generi di prima necessità (vestiti, coperte, impermeabili…), oltre 8 mila persone sono state accolte nei tre alberghi gestiti dalla Caritas greca tra Lesbo e Atene e più di 3 mila profughi hanno ricevuto un servizio di ascolto e orientamento. Dalla chiusura delle frontiere con la Fyrom, Caritas Hellas ha lanciato un nuovo appello d’emergenza per continuare ad assistere le migliaia di migranti e rifugiati rimasti bloccati in Grecia. I tanti interventi previsti dal piano d’emergenza avranno una durata di sette mesi e un costo complessivo di 1.584.235 euro, destinati sia al miglioramento delle condizioni di vita di oltre 146 mila uomini, donne e bambini in fuga, sia all’assistenza di tante famiglie greche vulnerabili, colpite da una crisi economica e sociale che dal 2008 affligge, senza soluzione di continuità, una nazione ormai sul lastrico.

Caritas Italiana inoltre, grazie al finanziamento di 790 mila euro dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana), sta realizzando un programma mirato in risposta all’emergenza profughi nell’Europa centrale; “un programma – precisa Caritas Italiana - che in Grecia si compone di aiuti di urgenza per un totale di 50 mila euro, ai quali si vanno ad aggiungere 270 mila euro destinati alla ristrutturazione e messa in sicurezza ad Atene di due centri di accoglienza permanenti in grado di garantire l’alloggio ad almeno 50 persone”.
Accanto alle attività avviate a sostegno della popolazione migrante, Caritas Italiana sta promuovendo dal 2012 progetti per la popolazione greca, si di sostegno al reddito sia di sviluppo dell'imprenditoria sociale, nell'ambito del vasto programma dei “Gemellaggi Solidali” (www.gemellaggisolidali.it). Grazie alla collaborazione di 16 Caritas diocesane italiane gemellate con le Caritas diocesane greche, sono nati progetti concreti di risposta alla crisi, che vedono le famiglie come principali beneficiari.

Oxfam: “Stop alle deportazioni”. Le deportazioni delle persone arrivate in Grecia in fuga da guerre e abusi devono aver fine: chi vuole chiedere asilo deve essere accolto degnamente, non trattenuto in centri di detenzione. L’appello arriva oggi da Oxfam, Norwegian Refugee Council e Solidarity Now, alla vigilia della visita di Papa Francesco e del Patriarca Bartolomeo prevista domani nell’isola di Lesbo.
Oxfam ricorda che dal 20 marzo – data dell’accordo tra Ue e Turchia sull’emergenza migranti – “circa 6.300 persone sono arrivate nelle isole greche, e sono trattenute, in modo del tutto arbitrario, in veri e propri centri di detenzione. La maggioranza di loro ha fatto richiesta di asilo: tuttavia la Commissione Europea, nonostante l’impegno dello scorso 4 aprile a inviare nelle isole 1.500 funzionari e poliziotti per esaminare le richieste, non ha assicurato ancora il sostegno necessario al Greek Asylum Service, che può contare a Lesbo su appena una manciata di funzionari e operatori”. E dopo 7 giorni di pausa, la scorsa settimana sono ricominciati i rientri forzati dei migranti in Turchia. Ad aggravare la situazione, per Oxfam ci sono poi le “misure di emergenza”adottate dal governo greco lo scorso 3 aprile, come le interviste rapide per determinare l’ammissibilità della richiesta di asilo. Secondo queste nuove procedure, in un solo giorno si potrà decidere il futuro di una persona o stabilire se la Turchia è un paese sicuro o meno.
“Per come stanno le cose oggi, abbiamo fondati timori che molte persone, oggi trattenute in quelli che sono diventati veri e propri centri di detenzione nelle isole greche, possano essere rinviate in Turchia senza essere state informate pienamente sui loro diritti e quindi senza avere avuto nemmeno l’opportunità di chiedere asilo in Europa - afferma Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia -. Non può essere questo il nuovo volto dell’Europa, che mette al primo posto la sicurezza delle frontiere a prezzo della deportazione di esseri umani. Ci auguriamo che Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo, come leader spirituali e morali, possano contribuire a richiamare l’Unione europea al rispetto dei suoi valori fondanti: il rispetto della dignità e dei diritti umani.”

Oxfam, Norwegian Refugee Council e Solidarity Now chiedono all’Unione europea di: sospendere immediatamente i rientri forzati dalla Grecia alla Turchia; aprire tutti i campi dove le persone hanno espresso l’intenzione di chiedere asilo; garantire l’integrità delle procedure per la richiesta d’asilo, assicurando che le persone abbiano rapidamente accesso all’assistenza legale; incrementare lo staff del Greek Asylum Service nelle isole per visionare le richieste di asilo e assicurare che le persone possano presentare la documentazione prima di qualsiasi ordine di deportazione; mettere fine ad arresti e detenzioni arbitrari. La preoccupazione maggiore riguarda il crescente uso della detenzione per ingresso irregolare come strumento per limitare la libertà di movimento dei richiedenti asilo 

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