3 gennaio 2020 ore: 12:28
Immigrazione

Grecia, trasferimento per 5 Msna. Cedu accoglie denuncia delle associazioni

La Corte europea per i diritti dell’uomo ha accolto le richieste di Greek Council for Refugees, Asgi, Still I Rise e Medici senza frontiere. Per cinque minori non accompagnati accampati nell'hotspot e nella giungla dovranno essere garantite misure provvisorie di immediato trasferimento dall'isola
ROMA - La Corte europea per i diritti dell’uomo ha accordato una soluzione immediata per salvaguardare l’integrità fisica e psicologica di cinque minori non accompagnati presenti sull’isola di Samos, in Grecia, a seguito dell’appello lanciato dalla sezione legale del Greek Council for Refugees (Grc), in collaborazione con Asgi, Still I Rise e Medici senza frontiere. A darne notizia, una nota dell’organizzazione Still I Rise diffusa in questi giorni. Il procedimento avviato lo scorso 24 dicembre, spiega la nota, si appella all’art.39, interim measures, del Regolamento di procedura della Corte europea e per la prima volta si focalizza sui minori non accompagnati (Msna) di Samos. Ora il governo greco, spiega ancora la nota, dovrà disporre il loro tempestivo trasferimento in un luogo sicuro, nel rispetto dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che sancisce il divieto di tortura e di trattamenti degradanti.
 
Secondo le tre organizzazioni, infatti, sull’isola di Samos i minori stranieri non accompagnati vivono in condizioni disumane con “conseguenze fisiche e psicologiche devastanti”. Dalle testimonianze raccolte sul campo, infatti, è stato delineato un quadro quotidiano di “costante deprivazione dei loro diritti fondamentali - spiega la nota -, a partire dalla mancata assegnazione di un tutore legale, figura indispensabile per garantire i diritti dei minori non accompagnati, nonché per seguire le pratiche burocratiche sia per il trasferimento nella Grecia continentale, sia per il ricongiungimento familiare”. Secondo quanto denunciano le organizzazioni, i minori hanno dichiarato di essere nel Centro di ricezione e identificazione (Ric) o nella “giungla” da un tempo variabile tra i 3 e i 10 mesi e denunciano che la distribuzione del cibo sia totalmente insufficiente, così come l’accesso alle strutture igieniche, alle cure, all’assistenza medica e a servizi di supporto psicosociale. In tre casi su cinque, inoltre, il Regional Asylum Office di Samos ha fissato l’appuntamento per il primo esame della richiesta di asilo nel 2022, ben tre anni dopo la prima registrazione. “La lunga permanenza nel Centro di ricezione e identificazione (Ric) e negli accampamenti abusivi circostanti - spiega la nota - rappresenta un rischio reale di danni irreparabili per le vite di questi minori. Qui risultano attualmente accampate 7.497 persone, in uno spazio pensato per 648. Bambini e adolescenti sono continuamente esposti alla violenza: lotte, tensioni e rivolte sono frequenti nell’hotspot, con un reale rischio di sfruttamento e abuso”.
 
Anche la "sezione minori" all'interno del Ric di Samos per le associazioni risulta inadeguata. “Nonostante il presunto controllo della polizia all’ingresso - spiega la nota -, gli adulti hanno facile accesso all’area. Stress, ansia, disperazione, senso di umiliazione con conseguenze particolarmente traumatiche sono tra gli effetti deleteri registrati in questi minori a causa della loro forzata e prolungata permanenza”. “Siamo incredibilmente grati alla Corte per questa misura provvisoria, in attesa della sentenza. È da anni ormai che migliaia di minori vivono in queste condizioni di vita allucinante e illegale nell’hotspot di Samos - afferma Giulia Cicoli, cofounder di Still I Rise -. Siamo tutti felicissimi per questi cinque ragazzi, che ora dovranno essere trasferiti in un centro per minori adeguato, ma ci sono altri 400 minori qui che versano nelle stesse condizioni e circa 2000 sulle cinque isole greche. È arrivato il momento che altri Stati europei facciano la propria parte, prendendo volontariamente questi bambini e ragazzi. Che Europa saremmo, altrimenti?”
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