Grecia, un minivan trasformato in biblioteca mobile per i richiedenti asilo
- ATENE (Grecia) – Può un semplice minivan diventare uno strumento di integrazione e solidarietà in un’Europa e in un Mediterraneo che si trovano ad affrontare una grave emergenza umanitaria? È la sfida che si è posto il progetto Echo Refugee Library, che ha visto la luce nel luglio 2016 per iniziativa di Echo (Education community hope opportunity), un’organizzazione dedicata a promuovere iniziative educative nei campi rifugiati in Grecia: trasformare il mezzo in una biblioteca mobile per dare l’opportunità ai richiedenti asilo che si trovano nei campi profughi della Grecia di continuare a formarsi, in attesa di poter ricominciare una vita serena e dignitosa una volta usciti. Non solo la possibilità di accedere alle nozioni e alla cultura attraverso i libri che sono stati raccolti nella biblioteca, ma anche accedere a lezioni e corsi di apprendimento linguistico, c’è anche spazio per questo in Echo Refugee Library. Un modo per rendere proficuo il tempo di attesa che i migranti passano nei campi profughi greci, che rischia di diventare un periodo di inattività e di stagnazione, e avviare, già prima di entrare nei Paesi di destinazione, il cammino verso la piena integrazione e un futuro sicuro in Europa o in qualsiasi altra parte del mondo, queste sono le parole d’ordine del progetto.
Un minivan con tutto l’occorrente per essere una biblioteca a tutti gli effetti, cioè collegamento wi-fi, corrente elettrica, tablet e, naturalmente, libri (un migliaio, in inglese, greco, arabo, francese, curdo e farsi): ecco il ritratto della biblioteca mobile di Echo Refugee Library, in funzione dall’agosto dell’anno scorso nei campi profughi di Atene. Come è nata l’iniziativa? La molla è scattata nel marzo 2016, con la chiusura del confine tra la Grecia e la Macedonia: circa 50 mila, allora, erano i richiedenti asilo costretti a rimanere in Grecia in attesa che la loro domanda di protezione internazionale fosse accolta. Diciassette i mesi previsti di permanenza nei campi profughi, che spesso però rischiano di allungarsi fino a superare i 2 anni e durante i quali i rifugiati non avevano la possibilità di cominciare a costruirsi il proprio futuro, rimanendo sospesi in un limbo di attesa nella speranza che il loro status venisse riconosciuto. È proprio in questo limbo che si è inserito il progetto Echo Refugee Library, in un primo momento come biblioteca fissa per il campo profughi di Vasilika, nella parte nord-orientale del Paese, poi trasformata in biblioteca viaggiante per poter portare il suo contributo solidale in 7 campi della città di Salonicco e del suo territorio. Dallo scorso maggio, la biblioteca mobile di Echo ha cambiato la sua zona di attività e attualmente serve 6 campi profughi della capitale greca, visitandone ciascuno una volta alla settimana.
Non solo la possibilità di leggere e prendere in prestito i libri trasportati nel minivan di Echo, per un progetto che vuole rendere le risorse culturali e la formazione accessibili a tutto tondo per i migranti ospitati nei campi profughi: insieme alla biblioteca gli operatori danno il loro supporto per l’apprendimento delle lingue da parte dei richiedenti asilo e per attività di tutoraggio informale, per accedere alle risorse informatiche che permettano loro una formazione il più possibile completa, per compilare correttamente un curriculum, candidarsi a un posto di lavoro o fare domanda per l’iscrizione all’università. I prossimi obiettivi di Echo? Avviare collaborazioni, trovare iniziative cui partecipare ed estendere le attività della biblioteca mobile anche ad altri campi profughi della Grecia. (Simone Lippi Bruni)