Grecia, Unhcr: “Misure di tutela prima dei rimpatri previsti dall'accordo Ue-Turchia”
ROMA – Garantire che tutte le misure di tutela siano attuate prima di dare il via ai rimpatri previsti dall’accordo Ue-Turchia. A chiederlo in una nota è l’Unhcr, che pur non opponendosi al rimpatrio di persone che non hanno bisogni di protezione e che non hanno presentato richiesta di asilo, lancia un appello perché siano rispettati i diritti umani fondamentali.
“In Grecia, che si trova costretta ad ospitare migranti e rifugiati a causa della chiusura dei confini nel resto dell’Europa, i sistemi di accoglienza e di gestione delle persone che potrebbero avere bisogno di protezione internazionale presentano molte criticità e severe carenze – sottolinea l’Unhcr -. Al momento nel paese ci sono circa 51.000 rifugiati e migranti, di cui 5.000 sulle isole e 46.000 sulla terraferma”. I recenti arrivi hanno subito un’impennata il 29 marzo con l’arrivo di 766 persone, dopo molti giorni in cui gli arrivi erano in media di 300 persone al giorno. A Lesbo, le condizioni sono progressivamente deteriorate nella struttura hotspot “Moria” che, dal 20 marzo, è stata utilizzata per la detenzione delle persone in attesa della decisione sulla loro deportazione. Ci sono ora circa 2.300 persone in questa struttura, un numero superiore della sua capienza massima pari a 2.000 persone. “Le persone stanno dormendo all’aperto e le scorte di cibo sono insufficienti. Ansia e frustrazione sono diffuse – denuncia l’organizzazione -. A peggiorare la situazione il fatto che molte famiglie sono state separate in parti diverse della Grecia, e questo crea un ulteriore motivo di preoccupazione qualora cominciassero i ritorni.”
Anche a Samos, nell’hotspot di Vathy, le condizioni di accoglienza stanno peggiorando: scadenti condizioni igienico-sanitarie, scarsa disponibilità di sostegno per le persone con bisogni speciali e distribuzione del cibo caotica. A Chios, ci sono al momento circa 1.700 persone nell’hotspot di Vial, che ha una capacità massima di 1.100 persone. Siamo molto preoccupati per la situazione in questi centri. Tre persone sono rimaste ferite in alcuni disordini ieri sera.“In linea con la sua politica globale di promuovere misure alternative alla detenzione, l’Unhcr ha dovuto sospendere i servizi in tutte le strutture chiuse, fatta eccezione per le attività di protezione, monitoraggio ed informazione sulla procedura di asilo”si legge nella nota.
L’attuale situazione nella Grecia continentale è altrettanto difficile. Rifugiati e migranti, arrivati prima del 20 marzo, sono dislocati in 30 differenti siti, molti sono in attesa di un eventuale ricollocamento. In particolare, sono pessime le condizioni nel porto del Pireo e nella zona di Idomeni, vicino al confine con l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. “In queste condizioni, vi è un rischio reale che possano scatenarsi panico e disordini in questi e altri siti. Questa settimana si sono verificati ulteriori incidenti e scontri fisici segnalati dai media locali – aggiunge Unhcr -. In assenza dell’urgente sostegno aggiuntivo da parte dell’UE, la capacità limitata della Grecia di registrare e processare le richieste di asilo, sarà causa di seri problemi. Le ore limitate di registrazione del Servizio di Asilo greco, la chiusura giornaliera delle registrazioni e la carenza dell’accesso al sistema Skype configurato dai Servizi di Asilo per la registrazione, stanno alimentando ulteriormente ansia e tensioni”.
In Turchia, l’Alto commissariato ha chiesto di poter avere accesso alle persone che sono state riammesse dalla Grecia, per prevenire il rischio di refoulement e assicurare che queste persone possano beneficiare di un’effettiva protezione internazionale. “L´Unhcr spera che sia adottato al più presto il regolamento di protezione temporanea per concedere o restituire lo status di protezione temporanea per i siriani riammessi dalla Grecia – conclude la nota -. Abbiamo definito le misure di protezione necessarie per effettuare riammissioni sicure dalla Grecia in Turchia, che sono state recentemente raccolte nel documento del 23 marzo”.