4 luglio 2015 ore: 11:20
Economia

Grecia verso il referendum. "Poppi ieri non ha dormito"

Il racconto del regista Andrea Segre da Ikaria, l'isola dell'Egeo dove secondo il mito si è infranto il sogno di Icaro. "Poppi, cuoca di una delle più belle taverne dell'isola, mi ha aiutato a capire qual è oggi la vera posta in gioco”
Europa-Grecia... euro in bilico

ROMA - “Poppi non ha dormito. Ieri sera ha dato da mangiare a cinque tedeschi e poi, come ama fare, si è fermata a parlare con loro”. E dopo averli ascoltati è stata molto male. Lo scrive sul suo blog il regista Andrea Segre, che proprio sulla Grecia della crisi insieme al cantautore Vinicio Capossela ha girato “Indebito”, viaggio attraverso le taverne di Atene e Salonicco. “Nei giorni del referendum greco sono ad Ikaria, l'isola dell'Egeo dove secondo il mito si è infranto il sogno di Icaro- scrive Segre - Poppi, cuoca di una delle più belle taverne dell'isola, mi ha aiutato a capire qual è oggi la vera posta in gioco”. 

"Gli ospiti tedeschi di Poppi hanno cercato di convincerla che c'è un'unica cosa che i greci possono fare per uscire dal tunnel della crisi, ridurre il costo della forza lavoro e abbassare i prezzi di terre e immobili. In questo modo potranno essere terra di investimento delle economie forti del Nord Europa e degli altri paesi dominanti. 'Non avete nient'altro che voi stessi e la vostra terra, non producete praticamente nulla: mettetevi al servizio degli altri svalutandovi e così potrete anche voi godere degli investimenti di chi produce e detiene ricchezza". 

-"Se l'Europa e i suoi governi si limitano ad applicare soluzioni tecniche per garantire equilibri monetari che non disturbino i mercati, allora l'unico destino dei greci (e presto anche degli italiani e degli spagnoli, in generale di tutti i soggetti deboli e marginali, migranti in primis) è quello di allinearsi alle regole dell'economia globale de-territoriaizzata, ovvero capace di muoversi rapidamente e virtualmente lì dove le conviene e lì dove può massimizzare i profitti e nascondere le rendite. - scrive Segre - L'Europa invece potrebbe decidere di diventare altro. Di essere il primo e, per ora, unico soggetto politico ad aprire una nuova strada nel rapporto tra economia e stato nell'era globale, imponendo in un territorio molto vasto un meccanismo di contenimento della concentrazione di ricchezze e avviando una nuova politica di redistribuzione e lotta alla disuguaglianza".

"Chi oggi attacca Syriza e la Grecia accusandoli di non voler ripagare il debito come tecnicamente necessario, è chi non ha e non vuole avere il coraggio di aprire un nuovo orizzonte di giustizia sociale. - prosegue - Chi oggi alza l'allarme per il rischio che la Grecia trascini l'Europa nel baratro, lo fa perché vuole isolare e sconfiggere politicamente Siryza e chi insieme a Syriza crede nella necessità di una nuova politica sociale europea e globale. Chi oggi diffonde notizie di panico e di paura, lo fa perché spera che in Grecia ritorni la classe dirigente che ha causato il debito, che ha falcidiato migliaia di famiglie, ma che ha nello stesso tempo garantito fedeltà all'alleanza tra finanza e politica. Leggi il racconto completo di Andrea Segre.

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