Hiv, cala il numero di nuove diagnosi tra i consumatori di droghe per via iniettiva
LISBONA - Cala il numero di nuove diagnosi di Hiv tra i consumatori di stupefacenti per via parenterale nell’Unione europea: nel 2014 il tasso medio delle nuove diagnosi di Hiv segnalate e attribuite all’assunzione di stupefacenti per via parenterale (diversa cioè dall’ingestione di sostanze) è stato pari a 2,4 per milione di abitanti, una cifra che è inferiore alla metà rispetto al 2005 (5,6 per milione di abitanti). È quanto fa sapere il nuovo rapporto dell’Osservatorio sulle droghe e sulle tossicodipendenze di Lisbona (Emcdda) presentato questa mattina a Lisbona. Secondo l’Osservatorio, fra tutti i casi di Hiv identificati in Europa di cui si conosce il veicolo di trasmissione, la percentuale attribuibile al consumo di stupefacenti per via parenterale si mantiene bassa e stabile (meno dell’8 per cento nell’ultimo decennio), con tassi più elevati registrati in Lituania, Lettonia, Estonia e Romania.
Sono i dati sulle nuove diagnosi, però, ad avere trend rassicuranti. Secondo quanto riportato dallo studio, nel 2014 ci sono state 1.236 nuove diagnosi di Hiv segnalate e attribuite all’assunzione di stupefacenti per via parenterale nell’Unione europea, il “numero più basso riferito da oltre un decennio”, spiega il rapporto. “Nonostante ciò - spiega il rapporto -, nel 2015 sono stati documentati in Irlanda, nel Regno Unito (Scozia) e in Lussemburgo nuovi casi localizzati di infezione da Hiv tra i consumatori di stupefacenti per via parenterale. I cambiamenti nei modelli di assunzione di stupefacenti, in particolare un aumento del consumo di stimolanti per via parenterale, ed elevati livelli di emarginazione sono stati i denominatori comuni di alcuni di questi recenti focolai di Hiv”.(ga)