Hotspot, Asgi: governo attivi un monitoraggio
MILANO - Il Rapporto di Amnesty International sulle violenze negli hotspot è "serio e rigoroso". L'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) critica le reazioni dei vertici del Ministero dell'Interno che hanno bollato come "cretinate" le denunce contenute nel rapporto "Hotspot Italia" di Amnesty International. "È inaccettabile che una istituzione centrale dello Stato pensi di potere offendere e ridicolizzare quanto riportato da una delle più importanti organizzazioni mondiali di tutela dei diritti umani. Ciò indica debolezza, mancanza di argomenti e scarso senso delle istituzioni", scrive l'Asgi, associazione che spesso vince cause nei tribunali di mezza Italia contro ministeri o enti locali che discriminano con i loro provvedimento migranti o rifugiati. Anche su quanto avviene negli hotspot, Asgi ha fatto più volte ricorso all'autorità giudiziaria, soprattutto per i casi di respingimento di migranti "in flagrante violazione delle norme di diritto interne, di diritto dell'Unione e di diritto internazionale in materia di asilo". E "nella quasi totalità dei casi" i giudici hanno bocciato l'operato delle forze dell'ordine negli hotspot, perché non avrebbero rispettato la legge.
Secondo Amnesty International, negli hotspot sono stati eseguiti respingimenti illegali e sono si è fatto ricorso a pestaggi, elettroshock e umiliazioni sessuali. Il Rapporto è stato presentato dil 3 novembre e subito è arrivata la replica del Ministero dell'Interno, con questa dichiarazione del prefetto Mario Morcone, capo dipartimento Libertà civili e immigrazione: “Amnesty International dice che la nostra polizia fa le scosse elettriche ai migranti e li tortura. Sono sconcertato a leggere queste cretinate, è solo falso, tutto totalmente falso”. Secondo l'Asgi, però, non si può liquidare così la denuncia di Amnesty International e per questo "chiede al Governo di abbandonare lo stile demagogico che ha contraddistinto le prime dichiarazioni e auspica che attivi procedure interne volte a realizzare un serio monitoraggio su quanto sta avvenendo negli hotspot e in strutture assimilabili. Altresì si augura che le autorità italiane diano concreta prova di serietà e trasparenza consentendo l'ingresso in dette strutture alle organizzazioni indipendenti di tutela dei diritti umani". (dp)