Hotspot e Cie, Migrantes: “L’Europa la smetta con la melina delle quote”
MILANO - "I Cie e in particolare quello di Ponte Galeria sono un'indecente matrioska di gabbie, dentro una dimensione ferrigna di chiavistelli e sbarre": così Luigi Manconi, presidente della commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, definisce le strutture in cui finiranno i siriani e gli eritrei che non accetteranno di farsi identificare una volta sbarcati in Italia.
"Sul destino di queste persone c'è un problema rilevante di rispetto dei diritti umani", aggiunge intervenendo a Expo al convegno organizzato da Caritas Italiana sul tema dei profughi. "Quella dell'asilo è la grande questione politica di oggi per le nostre società, che definirà il futuro dell'identità della nostra comunità, della sua tenuta morale - ha sottolineato il senatore -. Giustamente ha suscitato un'ondata di intensa emozione la visione della foto del bimbo morto sulla spiaggia turca. Ma tutti sappiamo che ogni giorno muoiono persone nel Mediterraneo e non avvertiamo la tragicità di quanto sta avvenendo ormai da 25 anni. Nel nostro inconscio c'è l'idea che quegli uomini non sono come noi, altrimenti non sopporteremmo questo affronto all'umanità".
Parole dure, in sintonia con quanto ha detto anche don Gian Carlo Perego della Fondazione Migrantes: "L'Europa si sta dimostrando debole nella tutela dei diritti umani, del diritto alla protezione internazionale. Credo che sia il caso che si scuota, si svegli e la smetta con questa melina delle quote. La questione fondamentale è quella di far crescere i diritti in Europa e non il contrario". (dp)