14 gennaio 2016 ore: 11:56
Immigrazione

Hotspot e respingimenti, associazioni in strada per i diritti dei migranti

A Milano, Torino, Roma, Palermo e Messina ogni giovedì, dalle 18 alle 20, presidio in memoria dei migranti morti e per chiedere maggiori diritti per i profughi. Scardamaglia: diritti continuamente violati e discriminati
Palermosenzafrontiere in strada
Palermosenzafrontiere in strada

PALERMO - Sotto i portici di via Ruggero Settimo, nel cuore del salotto cittadino, Palermosenzafrontiere ritorna in strada ogni giovedì, dalle 18 alle 20 in memoria di tutti i migranti morti ma anche per chiedere maggiori diritti nei confronti di tutti i profughi che arrivano nelle nostre coste in cerca di una vita migliore. L'iniziativa si svolge contemporaneamente nelle zone centrali di Milano, Torino, Roma, Messina. "Con la creazione degli Hotspot ed i respingimenti differiti le persone vengono letteralmente sbattute in mezzo alla strada senza mezzi né informazioni, a Pozzallo, Lampedusa, Agrigento, Trapani - si legge in una nota degli organizzatori -. Costrette a identificazioni forzate senza alcuna garanzia - in forza del Regolamento di Dublino III - di poter lasciare il paese e proseguire il viaggio verso i paesi di destinazione, dove raggiungere familiari e amici e ricostruirsi una vita. Trattati come pacchi, oggetti da classificare e gestire, riallocare o espellere, indipendentemente dal fatto che siano uomini, donne o bambini/e, dai motivi della migrazione, dalle storie personali, dai rischi e dalle violenze subite, dal proprio progetto di vita, il più possibile dignitosa. Tutto ciò, oltre a violare le stesse normative che vorrebbero garantire la sicurezza europea, produce e perpetua la clandestinità, rende precarie le esistenze, le consegna alla criminalità locale e allo sfruttamento lavorativo, dopo aver foraggiato i trafficanti internazionali di esseri umani".

Palermosenzafrontiere chiede, insieme alle altre reti delle città italiane aderenti: il rispetto del diritto di asilo e la libertà di movimento sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (art. 13 e 14); l'istituzione di percorsi di arrivo sicuri e legali; la cessazione dei respingimenti e delle espulsioni forzate; la chiusura di tutti i luoghi di concentramento e detenzione (CIE e Hotspot); l'abolizione del Regolamento di Dublino e la creazione di un sistema unico di asilo europeo, senza  artificiose distinzioni tra "profughi" e "migranti economici"; di porre fine a tutte le forme di abuso, violenza, discriminazione e istigazione all'odio nei confronti delle  persone migranti.

"Abbiamo deciso di continuare - spiega il laico comboniano Toni Scardamaglia - perché riteniamo di estrema importanza proseguire la nostra azione di sensibilizzazione della cittadinanza sul tema dell'immigrazione. L'intento è sostenere pienamente i migranti nell'esercizio di tutti i diritti che vengono continuamente violati e discriminati dal nuovo quadro organizzativo nazionale ed europeo. In particolare denunciamo fortemente quello che succede negli Hotspot che risponde soltanto ad una politica di chiusura europea a cui l'Italia si sta piegando. La conoscenza e la sensibilizzazione dei cittadini deve passare anche da queste iniziative che mirano a sfatare pregiudizi e altre strumentalizzazioni negative quando si parla di migranti".

"Dal 2000 ad oggi sono oltre 27.000 le vittime accertate dell'immigrazione in Europa - si legge in una loro nota -. 3.771 vittime nel solo 2015 - il doppio del 2014 - di cui 700 i bambini. Un genocidio in corso. Oltre a queste si calcola che circa 100.000 persone siano scomparse nelle rotte migratorie da Asia e Africa. Morte in mare, nel deserto, nelle carceri dei regimi totalitari. I nuovi desaparecidos. E' di loro che vogliamo occuparci. Ricordare i morti e i dispersi. Insieme a Milano, Torino, Roma, Messina vogliamo gridare a gran voce che le frontiere uccidono. Non esiste oggi un modo legale per arrivare in Europa". "Chi parte fugge da guerre, violenze, miseria. Se arriva trova spesso altra violenza e ostilità, confini militarizzati, diffidenza e paura - scrivono gli attivisti -. Diffidenza e paura alimentate da opinionisti e mass media, che additano migranti e rifugiati come il nemico da cui proteggersi. Dei recenti attacchi terroristici e delle orribili molestie ci sono responsabilità individuali da accertare. E' comodo però, per le nuove destre, criminalizzare i migranti in blocco, per difendere una presunta supremazia e marcare il territorio, dopo aver storicamente e sistematicamente depredato quello altrui".

Aderiscono alla rete Palermosenzafrontiere e sostengono i Giovedì in strada a Palermo per i nuovi desaparecidos: Osservatorio Antidiscriminazioni Razziali Noureddine Adnane, Forum Antirazzista Palermo, Consulta delle Culture, Arci Palermo, Laici comboniani Palermo, Emmaus Palermo; Cgil medici, Mediterraneo di Pace, Borderline Sicilia Onlus, Associazione Santa Chiara-Salesiani Santa Chiara; Comitato Antirazzista Cobas, Ciss-Cooperazione Sud Sud, Associazione Mediterraneo di Pace, Campagna Miseria Ladra di Libera e gruppo Abele, Bibliofficina Booq, Acf Sicilia. Per info e adesioni: palermosenzafrontiere@yahoo.it (set)

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