15 ottobre 2019 ore: 12:44
Disabilità

Cani guida, "ora serve una legge europea"

di Michela Trigari
In Italia e non solo emerge la necessità di un riordino del settore, per garantire sia la tutela della persona con disabilità sia il benessere dell’animale
Centro di referenza nazionale interventi assistiti con animali cane da assistenza

cane da assistenza (foto: Centro di referenza nazionale interventi assistiti con animali)

ROMA - I cani da assistenza "devono seguire un percorso educativo e di addestramento che rispetti i requisiti previsti dall’Assistence dogs international (Adi)". Le Linee guida nazionali sulla pet therapy dicono questo e nulla più. Lo confermano anche dal Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. "Nel nostro Paese, il fenomeno ha ricevuto attenzioni via via crescenti negli ultimi cinque anni e oggi emerge in modo sempre più evidente la necessità di un riordino del settore, per garantire la massima tutela della persona disabile che richiede un cane da assistenza", fanno sapere dal Centro. Ne parla l’inchiesta di Michela Trigari pubblicata sulla rivista “SuperAbile Inail”.

"Bisogna garantire che il servizio erogato da associazioni o singoli professionisti del settore cinofilo risponda a precisi standard qualitativi, nella massima tutela del benessere dei cani che vengono allevati e preparati per svolgere questa importante funzione sociale. Ma fondamentali sono anche le pari opportunità di accedere tanto a servizi pubblici quanto privati". Per questo il ministero per la Famiglia e le disabilità e la direzione generale Sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute stanno procedendo in sinergia al fine di trasformare quello che oggi è un settore basato sulla legge n. 37 del 1974 (quella sui cani guida per ciechi) e sui successivi accordi Stato-Regioni, che nella maggior parte dei casi non trovano applicazione effettiva sul territorio, in una proposta di riorganizzazione che tuteli il binomio cane-persona disabile: un’unione che è sia condivisione del quotidiano sia legame affettivo indissolubile.

"Le istituzioni italiane oggi puntano a costruire una “filiera” del cane da assistenza fondata su un approccio multidisciplinare in cui i professionisti che afferiscono alla medicina umana e veterinaria, alla cinofilia e al settore socio-sanitario collaborino con un obiettivo comune: garantire la sicurezza alle persone che al cane affidano non solo la loro autonomia, ma in alcune situazioni anche la vita, e salvaguardare il benessere di questi preziosi compagni a quattro zampe. Il dialogo con gli esperti, lo studio da parte della normativa e dei modelli gestionali attualmente già operativi in altri Paesi europei e la partecipazione di delegati italiani ai tavoli tecnici attivi presso il Centro europeo di normazione (Cen), che sta procedendo a elaborare uno standard operativo e di training unico, mette in luce l’impegno e l’attenzione rivolta ai cani da assistenza. Si tratta di un momento importante, per un ambito che richiede di essere prima riorganizzato e, di conseguenza, adeguatamente normato, al fine di garantire che tutte le parti coinvolte, incluso l’animale, siano adeguatamente tutelate".

 

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