20 febbraio 2014 ore: 14:29
Immigrazione

I cittadini ''adottano'' la comunità cinese: donazioni per scuola e integrazione

E’ il sostegno di vicinanza: a Savignano nel Rubicone, in Emilia Romagna, donazioni private per sostenere progetti legati alla scolarizzazione dei bambini e l’integrazione. Oltre 60 i minori cinesi coinvolti, per loro un aiuto per fare i compiti e lezioni di mandarino
Daniele Maurizi (www.danielemaurizi.it) Il mondo in una regione. Comunità cinese in un bar (Maurizi 2)

Un bar a San Benedetto del Tronto (Ap) dove la comunità cinese è particolarmente numerosa

ROMA – Donazioni private, di circa 15-20 euro al mese, per sostenere la scolarizzazione dei bambini cinesi, ma non nel Sol Levante bensì in Italia. Si chiama sostegno di vicinanza, l’iniziativa di ForumSad per sostenere le comunità immigrate nel nostro paese, che a Savignano nel Rubicone, in Emilia Romagna, permette di aiutare oltre 60 bambini cinesi nel fare i compiti, imparare l’italiano ma anche a non perdere il rapporto con la lingua d’origine. Il meccanismo è lo stesso del sostegno a distanza ma si rivolge alle situazioni problematiche che ci sono nel nostro paese. E così in questo paese in provincia di Forlì-Cesena, l’associazione La piccola famiglia onlus ha dato vita, grazie alle donazioni dei cittadini del paese, a un doposcuola all’interno del centro culturale Italia-Cina.

“Abbiamo pensato a un progetto per i bambini cinesi perché da qualche anno c’è una comunità forte sul nostro territorio. Ma i minori hanno spesso difficoltà a scuola, in particolare per chi non è nato qui è difficile che sia sufficiente l’insegnamento in classe della lingua italiana -  spiega Alessandro Centanni, responsabile del progetto -. Quindi li aiutiamo nello studio della lingua e nel fare i compiti. A chi, invece, è nato in Italia diamo lezioni di cinese mandarino, per evitare che perdano il rapporto con la lingua della famiglia d’origine”. L’iniziativa è nata anche per una necessità sociale, quella di evitare l’isolamento della comunità cinese e soprattutto dei più piccoli. “Questi bambini vengono lasciati spesso a casa da soli, perché i genitori lavorano tutto il giorno – aggiunge- quello che facciamo è aiutarli a integrarsi nella comunità, che per loro, come per tutti i bambini stranieri in genere è molto difficile”.

Attualmente il centro è frequentato da sessanta bambini e ragazzi, a cui si aggiungono i venti di un altro centro aperto a Rimini nel 2011. “A sostenerci con una quota mensile sono privati, soprattutto cittadini del posto – spiega ancora Centanni – E non solo loro ma anche i genitori cinesi sono contenti di quello che stiamo facendo. All’inizio con loro il rapporto non è stato facile, e ci abbiamo messo un po’ a convincerli ma ora i loro bambini vengono costantemente e abbiamo instaurato un buon rapporto con la comunità tutta. Ogni anno festeggiamo insieme il Capodanno cinese insieme, l’ultima volta c’erano 350 persone alla cena con i prodotti tipici che abbiamo organizzato”.  “Lo scopo del progetto è quello di costruire ponti di amicizia tra italiani e cinesi qui in Italia – conclude - Nell’immaginario collettivo italiano non c’è forse gruppo etnico di immigrati più impenetrabile di quello cinese. Eppure il nostro progetto dimostra il contrario”. (ec)

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