Conferenza intergovernativa a Busan (Corea del Sud) sul Trattato contro l'inquinamento della plastica: i governi riconoscono il lavoro dei 20 milioni di "waste pickers"che nel mondo rivestono un ruolo chiave in tema di sostenibilità ambientale
ROMA - Un intenso lavoro diplomatico della IAWP, Alleanza Internazionale dei Waste Pickers, ha portato l'inserimento di un riconoscimento del lavoro silenzioso dei waste pickers (raccoglitori informali di rifiuti), nel mondo oltre 20 milioni, all'interno della bozza del Trattato internazionale contro l'inquinamento della plastica. Il testo, a cui si è lavorato nel corso del quinto incontro del Comitato Negoziale Intergovernativo (INC-5) per sviluppare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica, è stato discusso a Busan, nella Corea del Sud dal 21 novembre al 1 dicembre 2024. L'incontro mondiale al quale hanno partecipato quasi tutti i Governi del mondo, ha visto nuovamente la presenza, tra i gruppi di advocacy, dell’Alleanza Internazionale dei Waste Pickers, a rappresentare i milioni di operatori informali e vulnerabili che, in vari modi, partecipano alla gestione dei rifiuti.
I loro esponenti venivano da Africa, Asia e Pacifico, Europa, Nord e America Latina, e tra di loro c’era anche Pietro Luppi dell’italiana Rete ONU – Rete Nazionale Operatori dell’Usato. “La IAWP, nella cui delegazione ero presente anche io per portare il punto di vista dei waste pickers europei – spiega Luppi - ha proposto di includere nella bozza del trattato un articolo sulla transizione giusta e di menzionare, in questo e in altri articoli, l'importanza di coinvolgere i waste pickers nei nuovi scenari di economia circolare. Il lavoro dei waste pickers, ancora misconosciuto dalle istituzioni europee, è oggetto di politiche ambientali in importanti paesi emergenti come ad esempio il Brasile, l'India e il Sudafrica. Vanno coinvolti nei nuovi scenari non solo per giustizia, ma anche perchè il loro lavoro rappresenta spesso la soluzione più efficiente dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Le loro economie devono emergere ed essere condotte ai più opportuni standard qualitativi”.
A Busan la delegazione ha lavorato in modo trasversale con incontri diplomatici con paesi appartenenti a ogni blocco, da quelli occidentali fino a quelli che aderiscono al BRICS. “Il risultato di questa intensa attività" - spiega ancora il rappresentante di Rete ONU - "ha portato ad una adesione unanime alla richiesta di inserimento del riconoscimento del lavoro del waste pickers. Alcuni paesi prima di questi incontri non avevano alcuna cognizione del fenomeno”.
Alessandro Stillo, presidente di Rete ONU commenta: “Eravamo presenti a Busan nel quinto incontro del Comitato Negoziale Intergovernativo per ribadire una realtà fondamentale: i waste pickers sono oltre 20 milioni nel mondo e riconoscere l'importanza del loro lavoro è fondamentale. In Italia ce ne sono almeno 60.000 e rappresentano, in quanto a numero di addetti, il principale player nazionale del riutilizzo".
Gli fa eco Alessandro Giuliani, portavoce di Rete ONU: “In Italia i waste pickers, a fianco degli altri microimprenditori del riutilizzo, come ad esempio i negozianti dell'usato conto terzi, rappresentano una maggioranza silenziosa che tutti gli anni reimmette in circolazione centinaia di migliaia di beni sottraendoli ai flussi dello smaltimento. Il loro duro lavoro riguarda sia la plastica che gli altri materiali. Senza di loro l'impatto ambientale dei rifiuti sarebbe di gran lunga maggiore. In Italia il riutilizzo impiega approssimativamente 100mila addetti di cui circa il 60% sono operatori vulnerabili. Nonostante il grande lavoro compiuto negli ultimi 15 anni da Rete ONU, gli operatori del riutilizzo ancora stentano a essere riconosciuti a livello nazionale e a livello locale. Ma questa situazione è destinata a cambiare”.
Il prossimo incontro del Comitato Negoziale Intergovernativo è calendarizzato tra sei mesi a Ginevra, in Svizzera “lì speriamo davvero si giunga ad una versione definitiva del trattato, che includa i waste pickers e renda obbligatorio il loro coinvolgimento nella transizione.