22 settembre 2015 ore: 12:55
Immigrazione

I profughi di San Colombano scrivono ai concittadini: "Non siamo un problema"

Nel paesino ci sono state tensione a causa di una ventina di richiedenti asilo ospiti da fine agosto in una struttura privata. Si tratta di giovani, per lo più africani, che chiedono solo di potersi ricostruire un futuro
Immigrato che scrive, letteratura migrante

MILANO - San Colombano di Collio, provincia di Brescia. I venti richiedenti asilo ospiti nella casa "Al cacciatore" scrivono ai nuovi concittadini: "Noi richiedenti asilo chiediamo ai cittadini di San Colombano di accettarci. Non vogliamo essere visti come un problema e non vogliamo creare problemi. Siamo qua come rifugiati e vorremmo poter essere utili alla comunità. Unione, pace, amore, comprensione, tolleranza, libertà di movimento, possibilità di scambio, di incontro faccia a faccia: questo desideriamo", scrivono.

Il loro arrivo il 28 agosto ha spaccato il paese, tra presidi pro e presidi contro. A inizio settembre la questura bresciana ha riconosciuto una quarantina di militanti di estrema destra. "Noi abbiamo lasciato la nostra terra, le nostre famiglie, le nostre case. Qui siamo soli, ma nessun uomo è un¹isola, nessuno può vivere da solo, qui vorremmo sentirci come in una grande famiglia. - proseguono i richiedenti nella lettera aperta - Chi siamo? Dei giovani. Un muratore, un camionista, un meccanico, un imbianchino, un aspirante giornalista, un contadino, un calciatore. Veniamo dal Gambia, dalla Nigeria, dal Bangladesh, dal Ghana. Siamo arrivati qui dopo viaggi lunghi e pericolosi, alla ricerca di un luogo dove poter vivere in pace, perché nei nostri Paesi d¹origine ci sono guerre e dittature. Cosa sogniamo? Un futuro sereno, la libertà". Sogni che accomunano tutti. (lb)

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