I quadri di un ragazzo autistico in mostra alla biblioteca nazionale di Torino
I quadri di Antonino Mancuso |
TORINO - Vedere i suoni, sentire i colori, raffigurare sensazioni: è ormai risaputo come gli individui affetti da autismo siano tra i pochi che riescono a sperimentare appieno quella modalità percettiva che il mondo chiama "cinestesia". E osservando la destrutturazione formale che connota i quadri di Antonino Mancuso, un allievo del liceo artistico Statale di Torino, è piuttosto chiaro come questi siano "frutto di una diversa percezione", come spiega Eva Mariotti, insegnante di discipline pittoriche del ragazzo. Da questa mattina, le sue opere sono esposte alla Biblioteca nazionale universitaria, per una mostra intitolata "L'arte interpreta l'autismo", che rimarrà aperta almeno fino al prossimo 5 aprile (anche se la data potrebbe ora slittare fino al 19).
Promossa dall'Associazione nazionale genitori soggetti autistici (Angsa) in occasione della seconda Giornata mondiale per la consapevolezza dell'autismo, l'esposizione ha coinvolto l'intera classe del ragazzo, che ha decostruito e rimesso su tela la propria visione del rapporto con lui e con la sua condizione.
Un rapporto felice, a giudicare dai quadri realizzati dai ragazzi, che sono disposti in un percorso pensato proprio per essere fruito agevolmente dalle persone affette da disturbi dello spettro autistico: ogni opera è contrassegnata da un segnale posto a livello del pavimento, che indica il punto esatto in cui fermarsi per poterla ammirare al meglio. Di fianco a ciascun quadro, poi, è posizionato un sistema di feedback, con la raffigurazione in cartoncino di due "emoticons", come quelle usate nelle chat e negli sms, che possono essere utilizzate per esprimere il livello di gradimento del quadro.
Proprio nel tratteggio e nel tipo di soggetti disegnati emerge la differenza nel modo in cui Antonino e i suoi compagni si raffigurano il mondo: mentre le forme di questi ultimi "sono per lo più tondeggianti, con un immaginario legato ancora all'infanzia - prosegue la professoressa Mariotti - il tratto di Antonino esprime, in qualche modo, il mondo interiore di un adulto".
Le sue linee, in effetti, sono spigolose, con "una continua interruzione, decostruzione e sovrapposizione delle figure". Una modalità espressiva che Antony ha appreso da poco, e che tende a inquietare un sua madre, che ancora conserva i paesaggi che il ragazzo disegnava alle medie. Ma la Mariotti assicura che "ci troviamo di fronte a un creativo istintivo: il cui talento, se ben indirizzato, potrà dare frutti molto concreti"; non a caso, a soli 15 anni, Mancuso ha già esposto le sue opere in una personale ospitata due mesi fa dalla galleria d'arte InGenio.
"L'arte interpreta l'autismo" è frutto di un lavoro promosso dall'Angsa in collaborazione con la fondazione Teda: gli alunni della 2a A dello "Statale" sono stati sensibilizzati al confronto e al rapporto con la patologia. "La nostra associazione - spiega la presidente Angsa Arianna Porzi - svolge da anni questi tipo di attività nella scuola dell'obbligo, per migliorare il rapporto che i figli dei nostri soci hanno con i loro compagni. Con i quali, di solito, la relazione è già buona in partenza: più degli adulti, infatti. i ragazzi sono capaci di individuare dei canali di comunicazione istintivi, e proprio l'arte può rappresentare un ulteriore strumento, in questo senso. Noi, quindi, finiamo spesso per limitarci a fornire ai nostri figli e ai loro compagni degli accorgimenti e delle conoscenze sul modo ottimale per aggirare le difficoltà di relazione dovute alla patologia".
Il progetto è realizzato con il contributo del Fondo speciale per il volontariato in Piemonte. Per informazioni: www.angsapiemonte.it (ams)