I volti di 10 migranti per rispondere alla domanda “Chi è Bologna?”
BOLOGNA – Ci saranno Rita, Ouattara, Raja, Sulayman. Ci saranno Gassim e Hakim. La mostra ‘Chi è Bologna?’ sbarca negli spazi di Cob Monteveglio – ‘Oggi La casa dell’innovazione’, progetto di design d’impresa e coworking. Dieci volti di persone in fuga dal loro Paese verso un futuro migliore ritratti in una duplice versione: enigmatica la prima, inserita nel contesto cittadino la seconda, per sfidare il pregiudizio in favore della conoscenza. Obiettivo, dar voce agli ospiti dei centri di prima e seconda accoglienza di Bologna.
“Il doppio ritratto dei protagonisti permette di compiere un passo per superare la distanza e scoprire la loro storia: sono indicati i loro nomi, le provenienze, le competenze e le aspirazioni che vogliono mettere a disposizione per integrarsi attraverso il lavoro in una società che in esso vede uno dei suoi principi fondanti”, spiega Valentina Iadarola, ideatrice e curatrice della mostra, della cooperativa sociale Arca di Noè. Le foto sono opera di Davide Montenovi e Margherita Dametti, alias il Maestro e Margherita.
La mostra è già stata esposta in occasione del Festival Porte Aperte, nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio e alla Rocca di Bentivoglio: la sua prossima tappa si inserisce, invece, in un percorso di sensibilizzazione del territorio di Valsamoggia (comune nato il 1º gennaio 2014 dalla fusione dei comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno) sulle tematiche dell’integrazione e dell’accoglienza.
L’inaugurazione a Monteveglio è in programma domenica 21 febbraio alle 18. A seguire, interventi a cura di Cob Social Innovation e l’Arca di Noè, un aperitivo di networking e la proiezione del documentario ‘Percezioni migranti’, un progetto che raccoglie una serie di interviste realizzate all’interno di un video box itinerante nei luoghi del Festival con l’obiettivo di raccontare l’immigrazione attraverso le voci di chi vive il capoluogo o è di passaggio: la percezione della città, il modo di vivere, il proprio rapporto con l’immigrazione e la sua influenza sulla quotidianità, fornendo un’importante testimonianza sul tema. La mostra (a ingresso gratuito) sarà visitabile fino a sabato 19 marzo.