Ibrahim e Mamadou, l'albergatore e l’ingegnere. I profughi trovano lavoro
FIRENZE - Ibrahim, rifugiato somalo, oggi è diventato facchino al Novotel. Mamadou, rifugiato afghano, sta per essere assunto in un’azienda informatica. Ecco le storie di due profughi della Toscana, quelli che ce l’hanno fatta e adesso, dopo lunghe attese e tanta fatica, si sono inseriti nella società.
Ibrahim, contratto a tempo indeterminato al Novotel di Firenze. Ibrahim ha 24 anni, è arrivato a Firenze nel 2008 e ha vissuto per quasi due anni in occupazione. Vita ai confini della legalità, poi l’asilo politico e l’ingresso al Centro Paci per rifugiati di Firenze, gestito dalla cooperativa Coeso. Prima i corsi d’italiano, poi il corso di formazione professionale alberghiero di 240 ore finanziato dalla Regione Toscana. Parallelamente, tante partite di calcio. In Somalia era un calciatore, a Firenze è stato ospitato in tante occasioni presso il Club Sportivo alle Cascine. Vari colloqui con datori di lavoro e poi via al tirocinio al Novotel dell’Osmannoro, Firenze Nord. “E’ progredito molto in fretta” spiegano dalla cooperativa Coeso. Dopo il tirocinio, ha cominciato, sempre presso il Novotel, un periodo di stage grazie ad una borsa lavoro. Ibrahim ha cominciato a credere nella svolta. Alla fine dello stage, il direttore dell’albergo lo ha chiamato per alcune sostituzioni, poi il miracolo, come piace chiamarlo a lui: l’assunzione a tempo indeterminato nel 2012. Adesso Ibrahim, grazie agli oltre mille euro mensili guadagnati, riesce a permettersi un affitto insieme ad altri connazionali. Non solo facchino ai piani. Adesso Ibrahim, talvolta accoglie i clienti dell’albergo alla reception.
- Mamadou, ingegnere informatico a Massa. Non solo facchini, braccianti, operai. Mamadou, afghano di 27 anni, fa il programmatore informatico nell’azienda Wi Fi Communciation in provincia di Massa. Lui è arrivato in Italia nel febbraio 2014 dal Belgio, prima tappa della sua epopea partita nell’Afghanistan in guerra, dove era ingegnere informatico e dove lavorava presso una società esperta in wireless a Kabul. Ha trovato accoglienza presso il progetto Sprar della Lunigiana, a Villafranca (Massa). Gode di una protezione sussidiaria ed ha sempre manifestato la volontà di continuare a svolgere il suo lavoro, che ama tanto. Grazie alla mediazione degli operatori del progetto Sprar, ha cominciato lo scorso 2 marzo il tirocinio nella ditta Wi Fi Communication. Il prossimo 2 settembre finisce il tempo del tirocinio, ma l’assunzione potrebbe essere dietro l’angolo. “L’azienda è in espansione – spiegano gli operatori che gestiscono l’accoglienza a Massa – Potrebbe esserci la reale possibilità di un’assunzione”. Sarebbe un traguardo importantissimo, per Mamadou, visto che nei prossimi mesi arriverà in Italia anche la sua famiglia, due figli e la moglie. Se sarà assunto, potrà anche prendere casa in affitto e lasciare l’appartamento del progetto Sprar. Un sogno che si sta quasi per avverare. (js)