Idee per Milano. "Housing sociale non basta, 20 mila famiglie aspettano la casa"
MILANO - "Il nuovo sindaco dovrà fare un bagno di realtà. Non se ne può più di chi lancia progetti di housing sociale o si riempie la bocca di parole come mix sociale. A Milano ci sono 20 mila famiglie in attesa di un alloggio a canone sociale. È a loro che bisogna dare una risposta". Leo Spinelli, segretario cittadino del sindacato degli inquilini Sicet, non usa giri di parole. "Che piaccia o no c'è una forte domanda di case da parte delle famiglie povere e l'housing sociale non può soddisfarla, al massimo intercetta una nicchia di persone che povere non sono". Al nuovo sindaco di Milano, quindi, il Sicet chiede di non distrarsi su politiche che non vanno al nocciolo del problema: "Dopo cinque anni di giunta Pisapia dobbiamo porci solo una domanda: le famiglie sotto sfratto o quelle in lista d'attesa per una casa popolare stanno meglio o peggio oggi? La risposta è che stanno peggio. È da qui che si deve ripartire".
"Lo sforzo che il nuovo sindaco dovrà fare è di riuscire ad aumentare il numero di alloggi popolari, a canone sociale -aggiunge-. Gli alloggi sfitti li si metta a disposizione di queste famiglie. E invece finora li si è dirottati su progetti, spesso realizzati con soggetti del terzo settore, che tolgono le case a chi è in lista d'attesa per darle ad altre categorie, dai rifugiati agli studenti alle forze dell'ordine. Non dico che non bisogna intervenire anche su questi bisogni, ma non lo si faccia a discapito delle case popolari". (dp)