15 dicembre 2015 ore: 10:53
Società

Il 2015 per la stampa è l’anno dei migranti: sui quotidiani +80% di notizie

I dati del terzo rapporto Carta di Roma, dal titolo “Notizie di confine”. L'analisi si è concentrata sulle prime pagine di 6 quotidiani italiani. Il fenomeno migratorio è stato quasi ogni giorno in prima pagina. E’ la gestione dell'accoglienza il tema più affrontato; cresce la visibilità del binomio terrorismo-immigrazione
Immigrati e Ue. Migranti camminano lungo la strada con filo spinato

ROMA - Il 2015 per la stampa italiana è l’anno degli emigranti: sui principali quotidiani le notizie sull'immigrazione aumentano dell'80 per cento: in 10 mesi 1.452 titoli in prima pagina. L'incremento maggiore è del Giornale: +188 per cento. Sono, questi, solo alcuni dei dati contenuti nel terzo rapporto Carta di Roma "Notizie di confine" presentato oggi a Roma. L'analisi si è concentrata sulle prime pagine di 6 quotidiani italiani (Corriere della Sera, il Giornale, l’Avvenire, l’Unità, la Repubblica, la Stampa) da gennaio a ottobre 2015. Il maggior numero di titoli sull'immigrazione è su Avvenire (300), seguito da il Giornale e la Repubblica (271) e La Stampa (268). Il Corriere della Sera conta 226 titoli e l’Unità, tornata in stampa il 30 giugno 2015, ne ha 116. Il fenomeno migratorio è stato quasi ogni giorno in prima pagina: sono solo 39 le giornate in cui non è presente. Al contrario, si registrano dei piccoli in occasione di eventi specifici - tragedie del mare, arrivi a Ventimiglia, presenza di profughi nelle città, la morte del piccolo Aylan - durante i quali i quotidiani dedicano 4/5 titoli sulle prime pagine in media al giorno.

È la gestione dell'accoglienza il tema più affrontato: 55 per cento. Se calano i titoli sulla criminalità comune associata all’immigrazione (6% ), cresce la visibilità del binomio terrorismo-immigrazione. Il tono è allarmistico nel 47% dei casi: "La dimensione maggiormente ansiogena si riferisce agli sbarchi - si legge nel rapporto -, che pesano per il 38%, mentre la minaccia di attentati terroristici di matrice jihadista entra nell’agenda della stampa del 2015 con un elevato potenziale ansiogeno: è la seconda dimensione con il 14%". Non tutti, però, creano allarme con la stessa intensità: è del Giornale il record di notizie ansiogene, mentre l’Avvenire e l’Unità dedicano più spazio all’approfondimento e preferiscono toni pacati.

Gli eventi del 2015. Il 2015 si è aperto con gli attentati terroristici contro la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi. Quasi tutte le testate affrontano i rischi connessi al fanatismo islamico, ma, nello stesso tempo, insistono sulla cultura dell’incontro (alcuni titoli: "La libertà e i suoi limiti: sfida Islam-Occidente"; "Parigi la capitale della libertà"; "Cultura dell'incontro vera arma della pace"). Solo il Giornale parla di scontro di civiltà con titoli come "Macellai islamici"; "Li abbiamo in casa".
A giugno le prime pagine sono dedicate ai migranti “accampati” sugli scogli di Ventimiglia con titoli come "Migranti, la rabbia alle frontiere. Renzi alla Ue: cambiare il piano"; "Il governo pensa ai rimpatri"; "il coraggio di guardare la realtà". Il Giornale titola: "Machete, scabbia, malaria. Salta l'italia di Renzi". Ad agosto due sono i filoni principali: le stragi dei migranti e la gestione dell’accoglienza: "Migranti, l'orrore senza fine"; "La lunga marcia dei profughi"; "We have a dream"; L'Ungheria alza altre barriere. Ma c'è chi aiuta.

I temi. Più della metà dei titoli si concentra sul tema dell’accoglienza (55%), seguono la cronaca degli sbarchi e degli arrivi di migranti e profughi (22%), il terrorismo (7%), società e cultura (6,5%), cronaca nera e sicurezza (6%) e infine le questioni economiche e del lavoro (4%). Nel dettaglio: il dibattito politico europeo è la dimensione preponderante in materia di accoglienza (30%), seguito dal dibattito politico interno (12%). Il racconto del terrorismo invece origina dai fatti di Charlie Hebdo: "Troppo deboli e tolleranti con l’integralismo islamico", "Se chi ci odia è cresciuto in mezzo a noi", "Jihad, espulso un turco che studiava alla Normale". Ma è nei mesi successivi che emerge una netta distinzione tra le testate: tutte raccontano la cronaca di eventi specifici, tranne il Giornale, che opera una generalizzazione tra l’appartenenza alla religione islamica e la propensione a commettere attentati terroristici. "Inoltre il Giornale -sottolinea il rapporto - stabilisce una connessione esplicita tra l’arrivo di migranti e l’infiltrazione di cellule terroristiche". Lo fa con titoli come: "I terroristi ci minacciano: veniamo in Europa con gli immigrati", "Lo stragista di Tunisi arrivato a Milano. Era arrivato sui barconi".

Tra tutte le testate, solo l’Avvenire e l’Unità hanno titoli e articoli con spunti e stimoli di riflessione sul rapporto tra immigrazione e società. Sulla sicurezza, invece, due sono i temi principali: i rischi sanitari per la permanenza dei migranti nei luoghi pubblici, le concentrazioni di persone e le proteste della popolazione. Il Giornale, invece, insiste sulla possibile diffusione di malattie come scabbia e malaria, nonostante in tutto il periodo dell’analisi non sia stato segnalato alcun caso di contagio. Rispetto ai temi economici, l'accento perlopiù è sulle vittime di sfruttamento lavorativo o sull'opportunità di crescita delle economie che includono gli immigrati.

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