5 dicembre 2014 ore: 10:05
Economia

Il capitale umano perduto: 15 milioni tra senza lavoro e sottoutilizzati

Rapporto Censisi sulla situazione sociale del paese. Energie e competenze dissipate. Si tratta di quasi 8 milioni tra disoccuppati, inattivi e pronti a lavorare anche se non cercano un impiego. A questi si aggiungono altri 7,7 milioni di persone tra part-time, cassa integrati e di sottoinquadrati
Disoccupati

Roma - In Italia c'e' un capitale umano di 15 milioni di persone la cui energia e competenza e' dissipata. E' quanto emerge dal 48° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Si tratta di quasi 8 milioni senza lavoro, tra disoccuppati, inattivi e pronti a lavorare anche se non cercano un impiego. A questi si aggiungono altri 7,7 milioni di persone tra part-time, cassa integrati e di sottoinquadrati, che cioe' svolgono un ruolo inferiore rispetto alle proprie competenze.

"Agli oltre 3 milioni di disoccupati - spiega il Rapporto - si sommano quasi 1,8 milioni di inattivi perche' scoraggiati. E ci sono 3 milioni di persone che, pur non cercando attivamente un impiego, sarebbero disponibili a lavorare. È un capitale umano non utilizzato di quasi 8 milioni di individui. Piu' penalizzati sono i giovani. I 15-34enni costituiscono il 50,9% dei disoccupati totali. E i Neet, cioe' i 15-29enni che non sono impegnati in percorsi di istruzione o formazione, non hanno un impiego ne' lo cercano, sono in continua crescita: da 1.832.000 nel 2007 a 2.435.000 nel 2013. C'e' poi il capitale umano sottoutilizzato, composto dagli occupati part time involontari (2,5 milioni nel 2013, raddoppiati rispetto al 2007) e dagli occupati in Cassa integrazione, il cui numero di ore e' passato nel periodo 2007-2013 da poco piu' di 184.000 a quasi 1,2 milioni, corrispondenti a 240.000 lavoratori sottoutilizzati. E c'e' anche il capitale umano sottoinquadrato, cioe' persone che ricoprono posizioni lavorative per le quali sarebbe sufficiente un titolo di studio inferiore a quello posseduto: sono piu' di 4 milioni di lavoratori, il 19,5% degli occupati. Il fenomeno dell'overeducation riguarda anche i laureati in scienze economiche e statistiche (il 57,3%) e persino un ingegnere su tre". (DIRE)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news