16 febbraio 2022 ore: 10:24
Disabilità

Il cohousing “da e per le persone con disabilità”: dall'idea alla realtà

di Chiara Ludovisi
Andrea Galliana, geometra di 52 anni, torinese, ha per anni sognato, pensato e progettato un “condominio dinamico” per chi, come lui, ha una disabilità. Di questo bisogno, si è fatta carico la cooperativa Di Vittorio, che grazie a InvestiRE SGR e Compagnia di San Paolo, ha realizzato un “social cohousing” in cui 7 appartamenti su 69 sono “senza barriere”
caregiver sedia a ruote

ROMA - “Ho messo insieme le mie competenze di geometra e la mia esperienza di disabile ed è venuta fuori quest'idea: un condominio dinamico, in cui le persone con disabilità possano condividere spazi, ma anche attività e servizi”. Così Andrea Galliana, torinese, 53 anni, racconta il progetto a cui ha iniziato a sognare e pensare dieci anni fa e intorno al quale ha raccolto diversi professionisti, come Chiara Casotti, dell'associazione di promozione sociale CoAbitare di Torino, ed “amici architetti, che mi hanno poi messo in contatto, tramite la fondazione Agnelli, con la cooperativa Di Vittorio”.
Ed è proprio la cooperativa Di Vittorio che ha realizzato recentemente il “social cohousing” a Orbassano, in provincia di Torino: 69 alloggi, di cui 7 destinati a persone con disabilità. In comune e condivisione, spazi all'aperto e al chiuso , in un “complesso residenziale che sostiene l‘inclusione senza barriere e separazioni affiancando la condizione della disabilità a famiglie normodotate – si legge nella brochure di presentazione - Spazi privati e comuni sono definiti con attenzione al rapporto tra dimensione, qualità e comfort. Architettonicamente, rinnova i caratteri formali del primo complesso Arpini – già realizzato – attraverso un disegno contemporaneo dell’architettura”.

Il progetto si chiama “Condividere gli spazi, includere le differenze”, ed è stato completato ad Orbassano (TO) nel dicembre 2021, realizzato e ora gestito dalla Cooperativa Giuseppe Di Vittorio di Torino. L’intervento è stato promosso da InvestiRE SGR, primario operatore italiano nella gestione di fondi di investimento immobiliari etici e impegnato in importanti progetti di social housing. La SGR ha operato con il “Fondo Abitare Sostenibile Piemonte (FASP)”, partecipato da Cassa Depositi e Prestiti e dalle maggiori fondazioni di origine bancaria piemontesi e con Compagnia di San Paolo, dedicato allo sviluppo di iniziative di Social Housing sul territorio piemontese. 

Il progetto è un progetto di inclusione che parte da bisogni reali: tra gli ideatori c'è infatti anche Gianluca Pitzianti, un ragazzo diventato tetraplegico a seguito di un incidente stradale. "Tiziana Nasi e Lauretta Capponi che ci hanno messo in relazione con un mondo per noi poco conosciuto - spiega la Cooperativa Di Vittorio - Abbiamo quindi accettato la sfida per il progetto e la realizzazione di questo nuovo complesso, grazie all'architetta Graziella Mercuri, con un'attenzione particolare alle esigenze di persone con grave disabilità motoria. al fine di inserirle all’interno di in un quadro articolato di nuclei familiari, perseguendo l’obiettivo di una forte connotazione di inclusione sociale, soprattutto cercando di restituire dignità e valore alla loro vita".

Così, anche Andrea Galliana vede divenire realtà un'idea e un desiderio che ha coltivato per anni: "Da quando ho dovuto gettare la spugna, dopo 25 anni di professione, di cui gli ultimi cinque in carrozzina - ci racconta - E' allora che ho iniziato a pensare a quanto sarebbe stato utile e prezioso un cohousing adattato per le esigenze patologiche diverse, che metta insieme l'esigenza di avere una casa indipendente con quella di avere spazi in condivisione dedicati, trasformando gli spazi comuni in ambienti condivisi: zona cucina, svago, televisione, palestra, ma anche una sala per le badanti condominiali, con il loro bagno, il letto, l'armadio, sala per palestre ecc. Insomma, una condivisione degli spazi, delle attività e dei servizi, che comprenda anche un ambiente per il coworking, un giardino ecc. Un condominio che offra la doppia possibilità: quella dell'autonomia della privacy da un lato, quella della condivisione dall'altro. Mi sono rivolto a un amico architetto, Paolo Romeo, che mi ha aiutato a mettere a punto l'idea e l'ha definito “condominio dinamico”, in cui ci sia la massima possibilità di scelta”.

Purtroppo, ora che l'idea, grazie alla cooperativa Di Vittorio, sta prendendo forma, “per me è impensabile un trasloco: la malattia è avanzata e io non posso spostarmi da casa mia, dove comunque non ci sono barriere e posso contare sull'aiuto di mia sorella, che abita nello stesso condominio. Vorrei però che l'idea circolasse e si diffondesse, sostenuta anche dal ministero della Disabilità: certo, bisogna pensarci in tempo e scegliere questa formula prima che la disabilità sia troppo avanzata. Ma è un modello molto utile, non solo per le disabilità, ma anche per gli anziani. Il governo dovrebbe impegnarsi per fare in modo che più condomini possibili in Italia si trasformino in cohousing, magari sfruttando gli incentivi del 110%. Dobbiamo sapere che disabile possiamo diventarlo, ma anziani lo diventiamo più o meno tutti: investire nel cohousing significa essere lungimiranti e prevenire un problema, prima che divenga emergenza”.

(modificato il 18/02/2022, ore 18.47)

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