13 novembre 2015 ore: 16:37
Immigrazione

Il ddl sul caporalato: arresto in flagranza, confisca utili e indennizzo alle vittime

Il testo illustrato dai ministri Orlando e Martina al termine del Consiglio dei ministri di oggi. Prevista l’introduzione della responsabilità delle aziende. Il guardasigilli: “Colpire non soltanto chi recluta, ma anche chi ne trae profitto”
Braccianti raccolgono pomodori - Immigrazione

ROMA – Obbligatorietà dell’arresto in flagranza di reato, confisca dei beni prodotti e degli utili realizzati attraverso il caporalato e indennizzo delle vittime. Sono questi i nodi centrali del ddl caporalato presentato oggi a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri di oggi a cui hanno partecipato anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. “Con queste norme – ha spiegato Orlando - non soltanto viene colpito chi recluta, ma anche chi ne trae profitto. Viene introdotto un elemento di responsabilità in solido nei confronti delle aziende. I destinatari delle sanzioni non sono più soltanto i soggetti che commettono il delitto, ma anche le società che traggono vantaggio da questo tipo di attività”.

Un impegno, quello del governo contro il caporalato, che ha coinvolto non solo i due ministeri, ma anche tutte le realtà riunite nella Rete del lavoro agricolo di qualità. “Abbiamo molto lavorato in queste settimane – ha detto il ministro Martina -, in particolare sul versante del rafforzamento dei controlli. Oggi facciamo un passo in avanti cruciale nella presentazione di questo disegno di legge che mi auguro che possa essere rapidamente approvato dal Parlamento e credo che ci siano tutte le condizioni perché ciò accada. È un provvedimento organico che ci consente di rafforzare tutti gli strumenti di contrasto al caporalato e al lavoro nero, in particolare nel settore agricolo”.

Secondo Martina, il disegno di legge “rafforza” il ruolo della Rete del lavoro agricolo di qualità. “Uno strumento che abbiamo voluto nel novembre del 2014 come sperimentazione unica in Europa sul nostro territorio nazionale con un grande coinvolgimento delle imprese e delle associazioni sindacali”, ha aggiunto il ministro delle Politiche agricole. “Rafforziamo la rete così come ci è stato richiesto da tante realtà sindacali e non solo consentendo alla rete di perfezionare dei patti di lavoro con alcuni soggetti cruciali dei territori, penso agli sportelli unici, ai centri per l’impiego, agli enti bilaterali. Istituiamo per la prima volta l’attivazione di un piano di interventi coordinato per l’accoglienza dei lavoratori agricoli stagionali, altro punto cruciale”. Per Martina, il governo ha imboccato la “strada giusta e concreta di una innovazione legislativa necessaria su un fenomeno che ha una radice antica, ma che noi vogliano debellare col massimo della determinazione possibile”.(ga) 

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