16 dicembre 2019 ore: 11:10
Società

Il diritto al gioco? Per i bambini viene all’ultimo posto

Per tutti i bambini di una classe fiorentina, il diritto più importante della Convenzione sui diritti dell’infanzia, è quello a non essere discriminati
FIRENZE - Avrebbero potuto sostenere che il principio più importante è che ogni bambino abbia diritto a giocare, invece tutti hanno detto che il principio più importante non è quello al gioco, bensì quello a non essere discriminati. Così i bambini della della Quarta della scuola elementare Salviati di via Bolognese hanno affermato che l’articolo più importante della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia è il numero 2, ovvero quello che dice: “Gli Stati parti si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione e a garantirli a ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza”. Segno che i bambini, almeno quelli di questa scuola, sentono forte il tema della discriminazione.

Le risposte, assicurano i maestri, non sono state indotte o suggerite dai docenti, ma sono venute spontanee alla quasi totalità della classe al termine di un laboratorio di gruppo sulla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia promosso da Unicef e assessorato all’istruzione del Comune di Firenze.
 
Quanto al diritto al gioco, secondo i piccoli alunni, nella scala valoriale attribuita agli articoli della Convenzione, che complessivamente sono 40, viene addirittura all’ultimo posto. L’articolo è il numero 31 e dice: “Ogni bambino e bambina ha diritto al tempo libero, al riposo, al gioco, allo sport e ad una libera partecipazione alla vita culturale ed artistica”. La speciale graduatoria dei principi della Convenzione è stata poi stampata e appesa sulla parete della classe. 
Al laboratorio era presente, oltre alla responsabile del plesso, anche l’assessore all’istruzione Sara Funaro: “Sono rimasta colpita quando gli alunni hanno detto che bisogna pensare ai bambini meno fortunati”. Questo tipo di laboratorio, ha poi aggiunto, “sarà esteso nei prossimi mesi in altre scuole della città”. Un’idea, quella di questo laboratorio, fortemente voluta dalla dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Pieraccini Tiziana Buono
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