Il Dopo di noi è legge. "Viva soddisfazione, ma la strada è lunga”
ROMA – “Viva soddisfazione” per la neonata legge sul Dopo di noi, ovvero le “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”, approvate ieri definitivamente alla Camera. Così si rallegra Anffas, che riferisce di aver “seguito passo passo l’intero iter, suggerendo proposte migliorative, per la gran parte recepite, rispetto al testo originario che ha riunificato le varie proposte di legge nel tempo depositate da numerosi parlamentari”. Tra le migliorie accolte, c’è “l’individuazione di soluzioni che superino definitivamente l’istituzionalizzazione delle persone con disabilità rimaste prive del sostegno familiare e l’ancoraggio forte alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ed all’art. 14 della L. 328 del 2000, che sancisce il diritto, per ciascuno, ad un progetto di vita individualizzato e personalizzato che stabilisca intensità e natura dei sostegni necessari per vivere una vita di qualità per l’intero arco dell’esistenza, anche quando le famiglie vengono a mancare o sono esse stesse necessitanti di supporto”.
Un invito alla cautela arriva però dal presidente nazionale, Roberto Speziale: “Una legge in quanto tale non è mai né buona né cattiva; la sua valutazione deve essere realizzata, infatti, rispetto all’impatto materiale che la stessa riesce a produrre sul miglioramento della qualità di vita delle persone destinatarie. In tale ottica – continua - sarà di fondamentale importanza il ruolo delle Regioni e degli Enti locali a cui sono demandati gli aspetti applicativi e fondamentale è anche il ruolo delle associazioni di persone con disabilità e di famiglie, che devono non solo vigilare sulla corretta applicazione, ma anche promuovere ed indicare buone prassi”.
E proprio a Regioni ed enti locali rivolge Speziale una serie di domande: “attraverso questa legge, che stanzia nel triennio un fondo nazionale di 150 milioni di euro, quante persone con disabilità avranno soluzioni alternative agli istituti? Quante persone con disabilità potranno finalmente scegliere, pianificando il dopo di noi nel durante noi, dove vivere, come vivere e con chi vivere?”. E, ancora, “quante saranno le soluzioni innovative dell’abitare in autonomia, in micro-comunità? Quante persone e famiglie saranno messe in condizione di vivere con i giusti supporti e nel rispetto del progetto globale di vita redatto ai sensi e per gli effetti dell’art. 14 della L. 328/00 anche quando i genitori o i famigliari non saranno più in grado di assolvere alle responsabilità genitoriali?”. E in particolare, “quali saranno gli adeguati sostegni per garantire che la protezione della destinazione dei patrimoni, attraverso gli strumenti di tutela giuridica, possa concorrere anche grazie alle previste agevolazioni fiscali, a costruire il proprio diritto alla vita indipendente/interdipendente ed all’abitare in autonomia?”. Infine, “quante risorse aggiuntive destineranno Regioni e Comuni?”.
Concludendo, Speziale da un lato plaude alla legge, perché grazie ad essa “oggi certamente le persone con disabilità e le loro famiglie possono guardare al proprio futuro con maggiore serenità”; dall’altro rimarca che “la strada da compiere è ancora tanta e sarà fondamentale far passare il primario concetto, contenuto nella legge, che per garantire la migliore qualità di vita possibile alle persone con disabilità prive di sostegno famigliare, il Dopo di Noi va progettato e pianificato nel durante noi, personalizzando i singoli interventi nel rispetto delle esigenze, dignità e diritti fondamentali di ogni persona”.