Il dormitorio Beltrame apre le porte al teatro dell’integrazione
BOLOGNA - Dare voce agli uomini e alle donne che vivono in contesti di emarginazione attraverso l’incontro, la messa in gioco, l’ascolto e, nell’improvvisazione della propria storia raccontata ad altri, avvicinare persone lontane e sconosciute e portarle a riconoscersi l’una nell’altra. È il progetto di Playback Theatre, realizzato da Meta Morfosi, Uisp Bologna e Società Dolce con il contributo della Fondazione del Monte, che l’11 novembre a partire dalle 10 arriverà al Centro Beltrame, in via Sabatucci 2 per la sua ultima rappresentazione. “Un viaggio che ha coinvolto alcuni servizi gestiti dalla nostra cooperativa, da Casa Mila che accoglie donne richiedenti asilo con i loro bambini al Centro Lunetta Gamberini, fino a Casa Willy e al Beltrame, che accolgono persone senza dimora – spiega Carla Ferrero, vice presidente Società Dolce – Obiettivo? Dimostrare, attraverso storie apparentemente diverse, sliding doors con direzioni opposte, la normalità del disagio”.
“Cosa mi ricorda questa foto? Il viso di mia madre e il suono della sua voce”. Così Mariam, senegalese in Italia con il suo bambino, si racconta. Sul palco, gli attori ricreano il ricordo con voce e gesti, il pubblico li guarda. “A volte le parole non bastano per raccontarsi perché ci sono storie che allontanano. Un senza dimora, un migrante, un anziano, una persona disabile o semplicemente una profonda sofferenza, incapace di trovare una via”. Evidenziare la vicinanza tra persone lontanissime è l’obiettivo del progetto, che attraverso due strumenti (il gioco e il racconto) facilita la conoscenza e la condivisione e favorisce l’integrazione. La giornata si chiuderà con i giochi tradizionali fatti con materiali di scarto e riciclo. “Quale modo migliore per conoscersi se non riscoprendo la semplicità e la bellezza della compagnia, con divertenti attività ludiche?”, dice Massimiliano Disteso, responsabile regionale Uisp per i giochi popolari.
Nella performance di teatro di playback dove il narratore, accanto a un fuoco, darà voce all’attore che ne rappresenta la storia al pubblico. “Questa forma di teatro fa emergere le autenticità e le emozioni, creando connessioni tra i partecipanti e incentivando l’ascolto profondo dell’altro”, dice Mara Silvestri, attrice e coordinatrice del progetto. Gli spazi del Beltrame ospiteranno anche una mostra fotografica di immagini del progetto e un video che racconta l’iniziativa. (lp)