Il Gus celebra la Giornata mondiale del rifugiato con la street art
ANCONA - “Il futuro che arriva” è il titolo della manifestazione indetta dal Gus (Gruppo umana solidarietà) ad Ancona il 20 giugno, Giornata mondiale del Rifugiato.
L’iniziativa è promossa nel porto del capoluogo marchigiano, in collaborazione con Inward, Osservatorio di ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana e con il patrocinio del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, del ministero dell’Interno e del sistema Sprar.
L’evento si inserisce in un ricco e articolato calendario di ben 35 iniziative promosse e organizzate per la Giornata mondiale del rifugiato dal Gus in 5 regioni italiane (Marche, Puglia, Abruzzo, Sardegna e Lazio) e in 12 città in cui è presente con attività progettuali e, in generale, nel più ampio e ventennale impegno del Gus in attività di accoglienza e integrazione in favore di rifugiati e richiedenti protezione internazionale, di minori stranieri non accompagnati e gruppi vulnerabili e marginali. Sono oltre 30 le realtà associative che hanno collaborato con il Gus per la realizzazione di tutti gli eventi in programma per la Giornata mondiale del rifugiato 2015, 10 enti locali coinvolti, 2 i ministeri che hanno concesso il patrocinio e circa 500 le persone coinvolte tra operatori, beneficiari dei progetti e volontari.
Nello specifico, l’iniziativa “Il futuro che arriva” prevede l’installazione nel porto di Ancona di un cubo su cui quattro street artist di livello nazionale (Zeus40, Koso, Teso e Gosh) realizzeranno una performance artistica, creando delle opere sulle quattro facciate del cubo e interpretando così il tema della Giornata mondiale dei rifugiati. L’evento, aperto a tutta la cittadinanza, sarà accompagnato da performance musicali di artisti hip-hop e underground e coreografie di danza hip-hop, afro, street dance e break dance, e vedrà la partecipazione degli stessi beneficiari dei progetti del Gus.
Le finalità della manifestazione. Il Gus con questa iniziativa, si legge in una nota, “intende portare alla ribalta dell’attenzione pubblica quei 51 milioni di rifugiati che sono costretti a fuggire dal proprio paese, da guerre e violenze, soprusi, torture e morte certa, lasciando i propri affetti, la propria casa, la propria terra e tutto ciò che costituiva in qualche modo la loro vita, in cerca solo di una vita dignitosa e di un futuro migliore”.
Attraverso l’iniziativa “Il futuro che arriva”, a partire da un grande cubo “che può rappresentare molte cose, la barriera che separa il fuori dal dentro, il viaggio dalla destinazione, la frontiera, la casa, il rifugio che può accogliere o respingere a ogni tappa del viaggio, offrendo protezione e speranze, o la dogana che trattiene, il centro di reclusione dove i diritti e la libertà saranno negati – affermano i promotori -, il Gus vuole stimolare la riflessione e il dibattito sul tema. Puntando una luce diversa sui rifugiati, ponendo l’accento sul peso umano o sociale che ha l’indifferenza, la prevaricazione e la negazione dei diritti, persino quelli più elementari”. A considerare i rifugiati, in definitiva, “’il futuro che arriva’ e con il quale iniziare, in compagnia, un percorso di incontro e conoscenza tra mondi e realtà culturali diverse e accettazione reciproca, un cammino di accoglienza, solidarietà e integrazione”.