24 maggio 2011 ore: 12:10
Immigrazione

Il “naufragio fantasma” sulla rotta libica: 320 i morti a Zuwara

Finora la stampa non ne ha mai parlato, ma la storia è confermata da un testimone oculare. La notte del 28 aprile 2011 un peschereccio libico con 320 passeggeri a bordo, si è spezzato in mare per il sovraccarico ed è affondato
TORINO – Naufragio fantasma sulla rotta libica. Finora la stampa non ne ha mai parlato, ma la storia è confermata da un testimone oculare. La notte del 28 aprile 2011 un peschereccio libico con 320 passeggeri a bordo, salpato dal porto di Zuwara e diretto a Lampedusa, si è spezzato in mare per il sovraccarico ed è affondato nel mare in tempesta. Nessuno dei 320 passeggeri si è salvato. Ma qualcuno ha visto tutto. Si chiama Kinsgley ed era a bordo di una seconda imbarcazione che navigava da ventiquattr'ore a fianco della barca poi affondata. Erano salpate insieme dal porto di Zuwara alle sette del mattino del 27 aprile 2011. Trasportavano 600 africani, 320 su una e 280 sull'altra. Tutti imbarcarti con la forza, dopo essere stati rastrellati dalle milizie di Gheddafi nei quartieri neri di Misrata, Tripoli e Sabrata.
 
Kinsgley oggi vive in un centro di accoglienza del nord Italia. E ci ha raccontato come sono andate le cose quella notte. Il tempo all'inizio era buono. I due pescherecci navigavano affiancati uno all'altro, verso nord. Ma già prima del tramonto il cielo si oscurò e il mare si fece grosso.
 
“Eravamo in mezzo alla tempesta, la barca ogni volta che andava giù sembrava sprofondare nel mare, eravamo circondati da montagne di acqua, e le onde sbattevano sul ponte. Eravamo tutti fradici e infreddoliti, al buio. A un certo punto abbiamo sentito gli altri iniziare a gridare. Dicevano 'Aiuto, aiutateci! Si rompe! Si rompe!'. Sentivamo quelle grida in mezzo all'oscurità, senza capire da dove provenissero, se fossero davanti, a destra o a sinistra. Non vedevamo niente. C'è stata una grossa discussione a bordo. Alcuni dicevano che dovevamo aiutarli. Altri facevano notare che non c'era neanche il posto per noi a bordo, dove li avremmo messi? Rischiavamo di morire tutti per andarli a salvare”.
 
Alla fine decisero di non intervenire e di allontanarsi per evitare di schiantarsi contro l'altra imbarcazione. La scena che videro alle prime luci dell'alba era terrificante.
“Il mare era cosparso di pezzi di plastica, sacchetti, vestiti, jilet di salvataggio. E in lontananza abbiamo visto anche dei corpi a galla ondeggiare. La barca si era spezzata ed era colata a picco portandosi con sé tutti i 320 passeggeri. Nessun superstite. Eravamo terrorizzati, e per non cadere nel panico, abbiamo deciso di passarci alla larga per non vedere tutta la scena del massacro.” (gdg)
© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news
Giugno
LunMarMerGioVenSabDom
262728293031123456789101112131415161718192021222324252627282930123456
Giugno
LunMarMerGioVenSabDom
262728293031123456789101112131415161718192021222324252627282930123456