Il nuovo Isee avvantaggiava i disabili? Il coordinamento contesta i dati
ROMA – “E’ inquietante come si possa far passare una vittoria storica delle persone e delle famiglie con disabilità a favore di un’equità reale, per l’esatto suo contrario, ossia come una sconfitta”: così replica a Cristiano Gori il Coordinamento nazionale delle famiglie disabili gravi e gravissime, promotrice del ricorso contro il nuovo Isee, a cui ieri la sentenza del Consiglio di stato ha dato ragione. Gori ha contestato le ragioni del ricorso e difeso l’impianto del nuovo Isee, indicano anche che ora, dopo la sentenza, è ragionevole che si metterà mano allo strumento nel suo insieme.
Per il Coordinamento una volta attuata la sentenza non c'è alcuna necessità di riscrivere il provvedimento o di rimetterci mano, visto che il Consiglio di Stato "ha chiaramente espresso come procedere, cioè con la correzione dell'articolo 4 del DPCM e con un'opera di coordinamento testuale negli altri passaggi.
- Per quanto riguarda i vantaggi derivati alle persone con disabilità sulla base dei dati del primo semestre relativi al nuovo Isee, il Coordinamento solleva diverse perplessità: “E' sufficiente osservare il campione su cui sarebbe basato il monitoraggio per capire che si tratta di dati inattendibili. Si tratta infatti solo del 2% del totale di coloro che avrebbero fatto richiesta di Isee nel primo semestre 2015, da cui sono peraltro chiaramente esclusi coloro che non ne hanno fatto proprio richiesta, sapendo in anticipo di non avere più accesso alle agevolazioni a fronte del nuovo Isee”.
Quanto alle franchigie e alle detrazioni previste, il coordinamento afferma che ora "finalmente le franchigie previste non serviranno solamente a compensare – peraltro parzialmente – l’inserimento delle indennità come ricchezza nel nuovo Isee ma saranno utili, come è giusto che sia e senza discriminazioni tra disabili maggiorenni e minorenni, per bilanciare, con vera equità, le spese che persone e famiglie con disabilità affrontano quotidianamente. O vogliamo negare anche che la disabilità costa molto alle famiglie che la vivono?”.
Per concludere, il Coordinamento valorizza e rivendica il lavoro di “coloro che, contro questo provvedimento iniquo dei potenti di turno, hanno avuto il coraggio di reagire. Lo studioso parla di noi come di una piccola parte di coloro che si occupano dei diritti delle persone con disabilità. Ma è possibile, ci domandiamo, che uno sparuto gruppo di persone illuminate abbia compreso che si stava solo tentando di racimolare i pochi spiccioli di cui vivono persone e famiglie con disabilità, mentre le grandi associazioni e federazioni non si rendevano conto dell’evidente incostituzionalità del provvedimento? Infatti le argomentazioni che ci vengono accreditate non sono nostre, sono della Costituzione Italiana, più volte citata nella sentenza del Consiglio di Stato”. (cl)